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L’evento

La Bibbia di Borso d’Este esposta al Senato per svelare un meraviglioso scrigno di miniature

di Michele Fuoco

	La Bibbia di Borso d'Este
La Bibbia di Borso d'Este

Il capolavoro della Biblioteca Estense da venerdì 14 novembre sarà in mostra a Roma nella Sala Capitolare in occasione del Giubileo

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ROMA. La Bibbia di Borso d’Este è un codice miniato d’eccellenza, custodito nella Biblioteca Estense. Un autentico capolavoro che, in occasione del Giubileo, viene esposto, da venerdì 14 novembre al 16 gennaio, a Roma nella Sala Capitolare del Senato della Repubblica, in piazza Minerva 38.

L’inaugurazione della mostra

L’inaugurazione, per invito, è domani – giovedì 13 novembre – con interventi del presidente del Senato Ignazio La Russa, del sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, del ministro della Cultura Alessandro Giuli, del commissario straordinario per il Giubileo Roberto Gualtieri, del pro-prefetto del dicastero per l’Evangelizzazione della Santa Sede monsignor Rino Fisichella, del presidente dell’Istituto della Enciclopedia italiana Carlo Ossola, del direttore delle Gallerie Estensi Alessandra Necci.

La storia della Bibbia di Borso d’Este

I visitatori avranno a disposizione schermi touchscreen per consultare la versione digitale della Bibbia, con immagini ad altissima risoluzione. È quasi un miracolo che questo alto modello di miniatura di tutti i secoli sia a Modena. Lo portarono i duchi al momento del trasferimento della corte, nel 1598, da Ferrara alla nostra città. Pur custodito come l’oggetto più prezioso del patrimonio estense, immenso il valore e troppo “desiderato” era il codice perché potesse avere una “residenza” stabile e tranquilla. Per la Bibbia non mancarono avventure nei secoli, in consonanza con le vicende dei signori d’Este. Bisognò attenere il 1923, quando Giovanni Treccani, con un gesto unico, memorabile, l’acquistò da un antiquario parigino che l’aveva messa in vendita. C’era anche la concorrenza della Pierpont Morgan Library pronta ad accaparrarsela, ma Treccani prevalse spendendo l’imponente cifra di 5 milioni di lire del tempo, per donarla allo Stato italiano. Da allora la Bibbia è custodita presso la Biblioteca Estense di Modena.

Cosa contiene il prezioso capolavoro

L’esposizione a Roma costituisce un evento eccezionale, se solo si pensa che, anche nella Biblioteca Estense, questo stupendo capolavoro, tra i più mirabili dell’arte rinascimentale italiana, viene mostrato al pubblico solo in rarissime occasioni e con quattro pagine. La Bibbia ha tutte le caratteristiche di un meraviglioso scrigno che, realizzato per Borso d’Este, duca di Ferrara, tra il 1455 e il 1461, si presenta come una singolare galleria d’arte rinascimentale, in quanto le 1512 pagine, suddivise in due volumi, rivelano, incorniciate in una incalcolabile quantità di motivi decorativi, più di 5.000 immagini miniate, nelle quali i toni del blu lapislazzuli e del rosso vivo si uniscono allo splendore dell’oro. Tra gli artefici della Bibbia emergono il calligrafo Pietro Paolo Marone e i miniatori Taddeo Crivelli e Franco dei Russi che dipinsero ogni carta del manoscritto nel recto e nel verso per conferire una rappresentazione, con immagini, alle storie dell’Antico e del Nuovo Testamento che vengono rievocate e rivissute nel raffinato clima della corte di Borso. Si può sostenere che in questo codice miniato più ricco del Rinascimento si incontrano le nuove regole della prospettiva di Piero della Francesca e Leon Battista Alberti, e la meticolosa attenzione al vero della tradizione medievale e della cultura fiamminga. Senza dimenticare i richiami ai messaggi di Donatello e di Mantegna. Emana stupore la Bibbia anche nel ricchissimo ornato, ritenuto “fulgido di colori e baluginante d’oro, in una straordinaria varietà di fregi popolata da una “imagerie” mitologica e animata da sculture dipinte, da imprese e emblemi degli Estensi”. È tanta la ricchezza di immagini che l’opera non trova paragone in nessun altro volume che costituisca testimonianza del tempo. La Bibbia, capace di coniugare in modo mirabile raffinatezza ornamentale, perizia artistica e ispirazione religiosa, era un vero vanto della signoria Estense che la esibiva in ogni occasione come simbolo della sua grandezza e della sua cultura. L’opera veniva chiamata la “Bibbia bèla” dei Signori di Ferrara. L’esposizione romana, inserita nel programma delle attività giubilari, è promossa dal Senato della Repubblica, in collaborazione con la presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero della Cultura, le Gallerie Estensi, il commissario straordinario di Governo per il Giubileo e l’Istituto dell’Enciclopedia Treccani.

Il saluto all’opera da Modena

Un saluto decisamente particolare quello che il sindaco di Modena Massimo Mezzetti e la direttrice delle Gallerie Estensi Alessandra Necci hanno voluto fare alla Bibbia di Borso d’Este, alla vigilia della partenza per Roma. Tutte le misure di tutela e sicurezza sono state prese per l’esposizione, inserita nel programma delle attività giubilari, di cui rappresenta l’evento culmine dal punto di vista culturale. Come detto la trasferta romana ha un grande valore non soltanto culturale ma anche di promozione per la città di Modena, che è la “casa” della preziosa Bibbia. E il fatto che a promuovere l’esposizione siano il Senato della Repubblica, in collaborazione con la presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero della Cultura, le Gallerie Estensi, il commissario straordinario di Governo per il Giubileo e l’Istituto dell’Enciclopedia Treccani inorgoglisce. Il saluto del sindaco Mezzetti e della direttrice Necci, che seguirà la Bibbia a Roma per la presentazione in Senato, intende sottolineare quanto questa trasferta del manoscritto sia una preziosa occasione di visibilità e di conoscenza anche per la città di Modena e per le Gallerie Estensi che custodiscono l’opera dal 1924, dopo che il senatore Giovanni Treccani la acquistò sul mercato antiquario e la donò allo Stato. «Questo eccezionale viaggio che la Bibbia di Borso d’Este compie verso Roma ci deve dare la dimensione dell’orgoglio di vivere in una città dove esistono luoghi come le Gallerie Estensi che al loro interno conservano un patrimonio inestimabile –spiega il sindaco Mezzetti – Offrire ai visitatori che arrivano nella capitale da tutte le parti del mondo questo tesoro modenese ci fa riflettere su quanto sia importante proseguire nell’opera di valorizzazione che ci unisce come istituzioni».