A Modena arriva il negozio di bambole iperrealistiche: «Le più sofisticate mai prodotte in Italia»
Lo store “Sintwin” aprirà in viale Crispi e l’imprenditore Ivan Taddei spiega i prodotti: «Non promuoviamo violenza, ma aiutiamo anche chi ha difficoltà fisiche o sociali. Diritto alla sessualità per tutti»
MODENA. Se pensavate che Modena fosse famosa solo per il lambrusco, i tortellini e le supercar, preparatevi a ricredervi. Perché dal 22 novembre, ospiterà qualcosa di assolutamente inedito: Sintwin, la start up che porterà in città le bambole iperrealistiche più sofisticate mai prodotte in Italia. E sì, ci saranno dj set e rinfresco incluso, perché anche l’innovazione va celebrata. Qualunque essa sia…
Di cosa si tratta
L’appuntamento è in viale Francesco Crispi 23, nei pressi della stazione ferroviaria, dalle 16 alle 20, con inaugurazione dello showroom e del sito web. Nei due giorni precedenti, un artista girerà per Modena distribuendo locandine evento, insieme a un prototipo: una piccola ambasciatrice in silicone itinerante del progetto. Il risultato? «Un’atmosfera che mescolerà festa e scoperta, spettacolo e riflessione». A dircelo è Ivan Taddei, ideatore della start up. «Sintwin nasce per curiosità e per natura imprenditoriale — racconta –. Vengo dal mondo dell’economia e del commercio, e già da tempo mi interessavo alla tecnologia applicata ai prodotti innovativi. Dopo alcune ricerche di mercato, ho capito che c’era spazio per qualcosa di diverso: un prodotto che andasse oltre l’aspetto sessuale e che potesse avere un valore sociale. Sintwin, infatti, è pensato per chi fatica a relazionarsi, per chi vive una solitudine emotiva, per chi ha disabilità. Ma anche per chi vuole conoscere un prodotto in modo rispettoso e consapevole».
Parla il titolare
Il cuore del progetto è la creazione di bambole iperrealistiche, con scheletro di altissima qualità, modellate per somigliare il più possibile a un essere umano. Al momento, sono tredici i prototipi esposti nello showroom. Ma il vero valore sta nella possibilità di personalizzazione: «Sul sito che verrà inaugurato, ogni modello può partire da una base standard e diventare unico, modificandone aspetto, caratteristiche e dettagli – spiega ancora l’imprenditore –. Alcuni prototipi di bambole sono anche in grado di interagire, perché avranno una voce creata con l’intelligenza artificiale. Così – aggiunge – daremo vita a una pseudo-umanità che renderà l’esperienza più immersiva». Ma Sintwin non si limiterà alle bambole: da gennaio partirà anche una linea di sex toys, ampliando l’offerta. Il progetto «vuole dare pari opportunità nel diritto alla sessualità e contribuire a una cultura del piacere consapevole e rispettosa, senza tabù». Perché «etica e responsabilità sociale restano i due pilastri fondamentali di Sintwin». Taddei, in merito, chiarisce: «Il nostro obiettivo non è promuovere violenza o uso improprio, ma dare strumenti che possano aiutare a prevenire abusi e facilitare il diritto alla sessualità, anche a chi ha difficoltà fisiche o sociali. Come un coltello può servire a cucinare o a ferire, anche un prodotto tecnologico può essere usato in modi diversi. La nostra linea etica è chiara: perciò le critiche non ci spaventano».
Il nome
Il nome stesso, Sintwin, nasce da una scelta ponderata: «Volevamo un marchio originale, che non fosse banale. Sintwin rappresenta l’idea di creare una “gemella del peccato”, letteralmente una creazione di ciò che si desidera, ma sempre all’interno di un contesto etico e controllato. L’idea – conclude – è di far vivere l’esperienza del prodotto come qualcosa di nuovo, personale e rispettoso».l
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