Sarba, la fabbrica dei giochi outdoor per i bambini e non solo: altalene e scivoli “made in Carpi” dal 1959
L’azienda con sede a Fossoli è specializzata nelle attrezzature per bambini da installare in parchetti, scuole e parrocchie, in arredi urbani e anche terapeutici o riabilitativi per le strutture per anziani. Una storia di famiglia partita oltre 60 anni fa da un’intuizione di Lorenzo Barbieri
CARPI. Magari non ci avete fatto caso, ma c’è la forte probabilità che il figlio che portate a giocare nel parchetto dietro casa, la nipotina che accompagnate sullo scivolo dell’asilo, giochi con le attrezzature di un’azienda modenese di nome Sarba. E può essere che sui giochi da essa prodotti si sia divertito anche chi sta leggendo queste righe, visto che l’impresa di Carpi in questione dal 1959 produce strutture outdoor come quelle che si trovano in tante scuole, parrocchie e parchetti. «Anche se – chi parla è Francesco Barbieri, nipote del capostipite Lorenzo, il nonno – all’inizio si producevano soprattutto banchi, tavolini, sedie e sgabelli, arredi metallici utilizzati non solo nelle scuole, ma anche nei bar».
La storia e i prodotti
Uno dalla vista lunga, Lorenzo, che, di fronte alla crisi degli anni ’60 causata dalla concorrenza sul prezzo, ebbe l’intuito di cambiare il tipo di prodotto senza cambiare i clienti, ovvero le amministrazioni comunali, le parrocchie, le scuole. Dalla Sarba iniziano così ad uscire non più banchi, tavolini e quant’altro, ma scivoli, dondoli, arredi urbani, prima in metallo, poi, negli anni a venire, realizzati con materiali sostenibili. «E cresce anche il mercato, che arriva sino oltreconfine. Oggi l’export rappresenta una quota marginale del nostro fatturato, ma negli anni ’80 esportavamo sino in Giappone». A partire dagli anni 2000, nascono poi altre due linee di prodotti – arredi terapeutici e riabilitativi per gli spazi esterni di case di riposo ospedali o circoli per anziani – per le attività motorie e ludiche alternative a quelle dei normali programmi di riabilitazione ed animazione.
Il passaggio generazionale
Sono gli anni in cui, parallelamente, al cambiamento tecnologico, in Sarba va delineandosi anche il passaggio generazionale, prima con l’ingresso del figlio di Lorenzo, Paolo, e della sorella Mazia, poi, qualche anno dopo, con quello dei nipoti Francesco e Mattia. «Del resto – sottolinea Francesco – la famiglia è sempre stata centrale nell’attività dell’impresa. Ci siamo integrati bene, nel senso che io seguo l’attività amministrativa, Mattia quella commerciale, mentre mio padre e mia zia sono un po’ i factotum della Sarba». Un passaggio generazionale di successo: «Il nostro – confida Francesco – è stato un ingresso graduale, facilitato dal grande coinvolgimento alimentato sia dal nonno che dai nostri genitori: tutti hanno condiviso progetti, problemi, opportunità, contagiandoci con la loro passione. E credo che la stessa cosa valga per nostro cugino Michael, da un paio di anni entrato anche lui nell’azienda di famiglia».
Una «famiglia aziendale»
«Oggi siamo in poco più di trenta addetti, l’attività si è ridimensionata rispetto ad anni fa, la concorrenza di prezzo si fa sentire anche sui nostri nuovi prodotti anche da parte di aziende dell’Asia e dell’Est Europa. Ma ci siamo evoluti: non ci limitiamo a realizzare e commercializzare i nostri prodotti, ma facciamo un servizio di chiavi in mano, che va dalla progettazione all’installazione, scavi compresi, fino al collaudo finale dei prodotti, per soddisfare tutti i requisiti delle varie normative, la cui evoluzione è un altro fattore di profondo cambiamento del mercato. E, da questo punto di vista, riteniamo di essere leader di mercato: la sicurezza delle nostre installazioni è un punto di forza di Sarba». Un’organizzazione complessa, «ma necessaria – precisa sempre Francesco – e costosa, perché richiede tanta formazione e un’accurata progettazione, che chiama in causa il calcolo delle opportune distanze, delle aree di caduta, poi la manutenzione. Insomma, tutto ciò che serve per garantire ai nostri clienti – ancora una volta Comuni, scuole, asili in tutta Italia – la sicurezza dei prodotti e della loro installazione. È un’attività complessa, ma che ci permette di continuare ad avere soddisfazioni e che vede impegnata tutta la Sarba: è grazie alla collaborazione essenziale di tutti i nostri dipendenti che possiamo definirci come una famiglia aziendale». Anche Cna ha avuto un ruolo in questa evoluzione: «Siamo associati da quando l’associazione si chiamava ancora Fapim, segno di un rapporto fiduciario cresciuto con il tempio. In Cna abbiamo sempre trovato persone professionali ed affidabili, competenti non solo nelle materie riguardanti, ad esempio, la gestione del personale, ma anche l’assistenza sindacale, la stesura dei contratti integrativi. Insomma, una valida compagna di viaggio».
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