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Inquinamento

I cittadini di Modena respirano aria malata per 117 giorni all’anno

di Giuseppe Fattori
I cittadini di Modena respirano aria malata per 117 giorni all’anno

Le stazioni di monitoraggio Arpae registrano frequenti superamenti dei limiti fissati dalla nuova Direttiva europea 2881/2024 e dalle Linee guida Oms 2021

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MODENA. A Modena l’aria continua a essere un tema irrisolto. Le rilevazioni condotte nell’ambito del progetto nazionale “Salute e inquinamento atmosferico”, promosso da Isde Italia insieme all’Osservatorio mobilità urbana sostenibile della Clean Cities Campaign, confermano un quadro che non può più essere ignorato. Le stazioni di monitoraggio Arpae registrano frequenti superamenti rispetto ai parametri fissati dalla nuova Direttiva europea 2881/2024 e, ancora di più, rispetto alle Linee guida Oms 2021. Modena risulta fuori soglia per tre inquinanti chiave: il particolato Pm10 e Pm2,5 e il biossido di azoto (NO²). La salute è un bene primario e il modo in cui una comunità se ne prende cura racconta l’idea di futuro che coltiva. Per questo osservare come il cielo sopra Modena resti appesantito da traffico e riscaldamento lascia un senso di preoccupazione concreta. L’aggiornamento di ottobre 2025 consegna una fotografia nitida, basata su numeri ufficiali, non su impressioni.

Polveri, i superamenti di Pm10

Il Pm10 è l’indicatore più immediato dello stato dell’aria. La Direttiva Ue consente al massimo 18 giornate oltre il limite in un anno; l’Oms ne tollera 4. A Modena la stazione di traffico MO-Giardini ha già totalizzato 31 giorni di superamento entro ottobre, mentre la stazione di fondo del Parco Ferrari ne conta 21. Significa che il particolato grossolano resta elevato non soltanto lungo le arterie più esposte, ma anche in aree residenziali e verdi, dove ci si aspetterebbe livelli più bassi. Ogni giorno oltre soglia corrisponde a un aumento del rischio per l’apparato respiratorio e cardiovascolare.

Pm2,5, l’inquinante più insidioso

Le polveri sottili Pm2,5, per dimensioni e capacità di penetrare in profondità nei polmoni fino a raggiungere il circolo sanguigno, rappresentano l’inquinante più preoccupante. La stazione di fondo del parco Ferrari Modena registra 53 superamenti del limite giornaliero previsto dalla Direttiva Ue (massimo consentito 18) e 117 superamenti rispetto alle Linee guida Oms (massimo 4). È un dato che vale più di qualsiasi commento: per quasi un terzo dell’anno l’aria raggiunge livelli che l’Oms considera dannosi per la salute. Le implicazioni sono note alla letteratura scientifica: incremento di malattie respiratorie e cardiovascolari, peggioramento dei quadri cronici, maggiore vulnerabilità per bambini e anziani.

NO²: il traffico sotto accusa

Il biossido di azoto è il tracciante più fedele dell’impatto della mobilità stradale. A Modena la stazione MO-Giardini registra 4 superamenti dei limiti giornalieri secondo la Direttiva Ue (entro la soglia dei 18), ma 154 superamenti rispetto ai più severi parametri Oms, che ne ammettono al massimo 4. Anche la stazione di fondo del Parco Ferrari mostra 1 superamento per la Direttiva Ue e 58 secondo il criterio Oms. Dati che dicono due cose: il traffico continua a pesare in modo decisivo sulla qualità dell’aria e l’inquinamento non resta confinato lungo le strade più congestionate, ma si sposta nei quartieri e persino nei parchi.

Ozono: il problema dell’estate

Nei mesi caldi emerge un altro nemico dell’aria: l’ozono troposferico, che si forma quando gli inquinanti da traffico e riscaldamento reagiscono con l’irraggiamento solare. Al Parco Ferrari Modena ha registrato 55 superamenti del limite fissato dalla Direttiva europea, che ne consente solo 18, e 82 superamenti rispetto alla soglia Oms, decisamente più restrittiva (solo 4 giorni tollerati). Questi livelli non solo creano irritazione alle vie respiratorie, ma possono aggravare asma e malattie polmonari croniche. Gli episodi di ozono elevato coincidono spesso con le giornate più calde, creando una combinazione che mette a dura prova bambini e anziani, soprattutto nelle ore centrali della giornata. Una situazione nota, ma non ancora affrontata con misure strutturali.

Il peso delle scelte collettive

Se si osserva la storia della città, Modena è cresciuta attraverso l’impegno delle generazioni che l’hanno resa un punto di riferimento industriale e agricolo. Oggi ci troviamo davanti a una nuova responsabilità: garantire un’aria respirabile a chi verrà dopo di noi. Le politiche sulla qualità dell’aria non sono un tecnicismo, ma un tema di salute pubblica e di giustizia sociale: chi vive lungo le principali arterie urbane, chi accompagna i figli a scuola a piedi, chi non dispone di alternative all’auto o di abitazioni lontane dal traffico, paga un prezzo più alto. Modena ha una tradizione solida, fatta di pragmatismo e responsabilità: è il momento di tradurla in scelte capaci di incidere davvero, alleggerendo il traffico nei punti critici, rendendo competitivo il trasporto pubblico, promuovendo una mobilità più ordinata e un uso più sobrio delle fonti emissive domestiche.

Necessario intrervenire

Non si tratta di allarmismo, ma di responsabilità. Ogni giornata di superamento è un campanello d’allarme che invita a intervenire con misure strutturali e continuative. Investire in efficienza energetica, rigenerazione urbana e infrastrutture per gli spostamenti quotidiani significa proteggere la salute, ridurre i costi sociali e restituire qualità allo spazio pubblico. Le esperienze europee insegnano che migliorare è possibile quando si uniscono volontà politica, competenza tecnica e collaborazione dei cittadini. Modena non è un caso isolato, ma rientra a pieno titolo tra le città che devono affrontare un cambiamento. I numeri parlano chiaro: livelli di Pm2,5, NO² e ozono lontani dagli standard di sicurezza indicati dall’Oms e spesso oltre i limiti della nuova normativa europea. Sebbene i nuovi valori fissati dall’Europa diventino obbligatori solo dal 1° gennaio 2030, è necessario intervenire immediatamente per ridurre l’inquinamento dell’aria e proteggere la salute della popolazione. Chi vive oggi ha lo stesso diritto di chi vivrà nel 2030 a respirare un’aria pulita e non dannosa per il proprio benessere. La salute della comunità dipende dalle scelte di oggi. L’aria è la nostra eredità collettiva. Difenderla significa difendere la vita.