Sculaccione al bimbo che fa i capricci: la babysitter patteggia 15 giorni di carcere
L’episodio è accaduto a Pavullo alla fine del 2021: la donna, oggi 72enne, era stata licenziata e poi denunciata dai genitori nonostante si fosse scusata. Sconvolta dall’accaduto, aveva abbandonato la professione
PAVULLO. Una pena di 15 giorni di carcere per aver dato uno sculaccione e un bimbo che piangeva. Così si è chiusa ieri mattina – 14 novembre – la vicenda che riguarda una babysitter oggi 72enne, di Pavullo, che è rimasta segnata dall’accaduto al punto da aver abbandonato la professione.
L’episodio
È successo a Pavullo verso la fine del 2021. La donna, italiana come anche la famiglia presso cui aveva preso servizio, si occupava del bimbo di 18 mesi di una giovane coppia. Era un lavoro che prendeva molte energie, impegnandola per diverse ore al giorno, in certi casi anche più di otto. Aveva quindi un certo carico di stress sulle spalle quando un giorno, in un momento in cui il bimbo faceva i capricci, è sbottata dandogli uno schiaffo sul sedere. Neanche uno schiaffo poi a dire la verità, più un buffetto perché non era affatto forte. Il bimbo però ovviamente si è messo a piangere subito, e quando sono tornati a casa alla sera i genitori, da quello che diceva e dall’esame della telecamera di sorveglianza che avevano messo in casa, si sono resi conto di quello che era successo. La babysitter il giorno dopo ha chiesto subito scusa per come aveva perso la pazienza, sottolineando che non le era mai capitato prima. I genitori però non ne hanno voluto sapere: oltre a licenziarla, hanno deciso di denunciarla per abuso dei mezzi di correzione, per quell’unico episodio. La babysitter è rimasta sconvolta dall’accaduto: da quel momento ha messo di fare la professione.
In tribunale
Assistita dall’avvocato Guido Sola, ieri ha affrontato l’udienza predibattimentale che stabilisce se proseguire con il processo o meno. Il legale, sottolineando tutte le ripercussioni che aveva avuto la vicenda, ha chiesto di chiudere lì il caso con un patteggiamento. Il pm ha dato il suo consenso su una pena minima quale quella di 15 giorni. Il giudice l’ha ritenuta congrua, e ha quindi emesso la sentenza relativa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
