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Il caso

Giovanardi contro gli artisti di strada: «Musica assordante in centro storico»

Giovanardi contro gli artisti di strada: «Musica assordante in centro storico»<br type="_moz" />

L’ex senatore: «Alcuni usano amplificatori giganteschi, suonate in acustico»

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MODENA. Gli artisti di strada sono finiti nel mirino di Carlo Giovanardi. Ma, badate bene, non tutti. Solo quelli che usano «giganteschi amplificatori e percuotono tamburi sotto i portici facendo un frastuono assordante».

Un fastidio che l’ex senatore ha voluto esternare raccontandoci una sua tipica giornata a passeggio per le strade del centro di Modena.

Il tema

«È bello camminare per la via Emilia, ma ultimamente si moltiplicano le occasioni di uno spiacevole inquinamento acustico che rendono sgradevole il godimento del centro storico della nostra città - attacca l’ex senatore - mentre, infatti, ero seduto una volta in uno degli storici locali di piazza Torre e un altra sotto il Portico del Collegio, ecco apparire il solito suonatore ambulante con giganteschi amplificatori, in un caso addirittura con musica tecno registrata mentre il “suonatore” si limitava a percuotere due tamburi. Il fracasso era talmente assordante che non si poteva neppure scambiare una parola con gli amici seduti al bar».

A questo punto Giovanardi si propone anche come... produttore discografico, dando consigli agli artisti della via Emilia: «Tra le altre cose ho notato che ci sono più persone disponibili a fare un’offerta quando il livello della musica è contenuto rispetto ai casi in cui l’artista di strada eccede nell’inquinamento acustico. L’ articolo 49 del regolamento della Polizia locale di Modena prevede che l'attività degli artisti di strada debba avvenire “in modo da non arrecare disturbo o rischi a persone animali o cose per un massimo di 60 minuti nello stesso luogo”. Pertanto propongo una semplice soluzione: artisti di strada in centro città si, ma senza amplificatori e altoparlanti. Siete d'accordo con questa proposta ?», chiude l’ex senatore rivolgendosi ai modenesi.