I Radiohead riempiono l’Unipol Arena e anche i treni della linea Bologna-Vignola, pendolari disperati
L’associazione: «La tratta, avendo la fermata a Casalecchio Palasport, è gettonatissima, ma le carrozze erano stipate e alcune corse sono state cancellate. Un problema che si ripropone ad ogni concerto»
VIGNOLA. I Radiohead mandano in tilt Trenitalia Tper: la quattro giorni di concerti della storica rock band inglese ha riempito la Unipol Arena e anche i treni della tratta Bologna-Vignola. La fermata Casalecchio Palasport, infatti, permette di scendere a poche decine di metri dalla location dell’evento. Per questo motivo i treni diretti a Vignola sono stati presi d’assalto nelle date interessate (venerdì 14 novembre, sabato 15, lunedì 18 e martedì 19) da migliaia di fan provenienti da ogni parte d’Italia e non solo.
I problemi
«I problemi hanno interessato soprattutto le corse in partenza da metà pomeriggio fino a quelle serali – ha raccontato Maurizio Quartieri, presidente dell’associazione no-profit “In prima classe per Bologna-Vignola” e, soprattutto, pendolare che frequenta quotidianamente questa linea ferroviaria –. Il personale di Trenitalia inizialmente faceva salire tutti i possessori del biglietto senza limitazioni. I vagoni erano colmi all’inverosimile e il capotreno, giustamente, si rifiutava di partire perché il sovraccarico non avrebbe garantito la dovuta sicurezza ai passeggeri». Sono stati diversi i treni che non hanno potuto lasciare la stazione di Bologna o che lo hanno fatto con parecchi minuti di ritardo. È il caso, ad esempio, del treno delle 18.32 di lunedì, partito solo dopo le sollecitazioni dei dipendenti di Trenitalia, che hanno annunciato all’altoparlante che se 30 persone non fossero volontariamente scese dai vagoni il treno non si sarebbe mosso.
Le contromisure
«Martedì la situazione è cambiata. Il personale ha controllato il numero di persone che salivano sul mezzo, bloccando gli ingressi quando però il treno non era nemmeno al massimo della sua capienza. Tanti miei colleghi, pendolari come me, pur presentandosi in stazione al solito orario, sono stati costretti ad attendere il treno successivo. Sono stati messi a disposizione mezzi alternativi come navette dirette alla Unipol Arena, ma le misure prese non sono state ugualmente adeguate al numero dei fan. Non è la prima volta che si verificano problematiche del genere, ma era da parecchio tempo che non assumevano questa gravità».
Quale soluzione?
La possibilità di proporre altre modalità per raggiungere il palazzetto è da tempo oggetto di discussione ma, come ha proseguito Maurizio Quartieri, «continua la contesa tra gli enti locali e l’Unipol Arena su chi debba addossarsi i costi di questa soluzione alternativa. A rimetterci, alla fine, sono sempre i pendolari. Il 2 dicembre era già previsto un incontro con tutte le autorità convolte e sicuramente farò presente queste problematiche».
