«Il risiko bancario continua: ecco quali Comuni rischiano di perdere la filiale»
Boschiroli (Cisl): «Il pericolo è quello di restare senza filiali. Pagherà le spese chi è escluso dalla rivoluzoine digitale»
MODENA. «Alt: non si faccia l’errore di snobbare il grande risiko bancario. Le banche stanno cambiando assetti, massa e obiettivi e il risultato è e sarà sempre più la riduzione della loro presenza fisica sul territorio. Si chiama desertificazione bancaria, significa posti di lavoro che ballano e meno servizi per tutti nei comuni più fragili di Modena».
L’indagine
Lo spiega Leonello Boschiroli, leader di First Cisl Emilia Centrale, categoria che con Fondazione Fiba ha firmato la nuova indagine che censisce non solo la chiusura degli sportelli bancari – appunto: la desertificazione – ma pure i nuovi nuvoloni che stanno arrivando veloci. In un solo anno, tra 2023 e 2024, nella nostra provincia sono scomparsi 535 posti di lavoro: tutte uscite volontarie ma che ben rappresentano la contrazione in corso. Il comparto nel 2024 ha impiegato oltre 8.821 persone e Modena oggi sta a metà della classifica italiana delle province meno desertificate. Undicesima posizione, dietro Venezia e Livorno.
Quali sono i Comuni a rischio
Tutto bene? No, assolutamente. La provincia modenese è quella con la più ampia concentrazione di comuni con un solo presidio. Se lì dovesse chiudere la filiale, sarebbe un bel guaio. Dieci sono i comuni modenesi da attenzionare, a rischio, perché molto periferici e dipendenti da un’unica filiale: San Cesario sul Panaro, Marano sul Panaro, Bastiglia, Guiglia, Prignano sulla Secchia, Camposanto, Pievepelago, Palagano, Polinago e Fiumalbo. «In questi territori la presenza bancaria è un segmento essenziale del sistema dei servizi. La perdita dell’ultimo sportello trasformerebbe la vulnerabilità potenziale in una desertificazione totale, con ripercussioni immediate sulle famiglie, sulle microimprese e sulle attività produttive che costituiscono il tessuto economico di prossimità», spiega Boschiroli.
Le operazioni del Gruppo
I nuvoloni stanno arrivando a rimorchio del risiko bancario. Il peso del Gruppo Bper nella geografia bancaria modenese costituisce un fattore di potenziale criticità. A seguito dell’acquisizione della Popolare di Sondrio, la banca ha annunciato la forbice per 90 sportelli nel Centro-Nord: una prospettiva che pesa in modo particolare sul territorio modenese – la zona storica dell’istituto –, dove Bper dispone di circa 55 sportelli fisici (filiali).
Rumors preoccupanti
Ma non solo. «Preoccupano i rumors di una probabile futura acquisizione di Crédit Agricole Italia con Banco Bpm e della conseguente fusione. Ecco, anche in provincia di Modena gli sportelli di Crédit Agricole Italia sono presenti negli stessi comuni di quelli del Banco Bpm, e ciò provocherebbe una razionalizzazione e una ulteriore chiusura di sportelli». Solo a Modena capoluogo ci sono diversi sportelli Crédit Agricole e banco Bpm. In provincia ci sono altri 11 comuni nei quali le due banche si sovrappongono. Infine, internet e l'intelligenza artificiale. Le grandi banche si stanno concentrando qui con le nuove assunzioni e gli investimenti. «I dati di preferenza a favore dei servizi digitali sono impressionanti e, di conseguenza, lo sportello fisico è sempre meno scelto dai nuovi correntisti. Anche in Emilia-Romagna, che col 64% è la quarta regione in Italia col maggior utilizzo di internet banking. Il futuro è questo ed è fondamentale che le Istituzioni non dimentichino di proteggere chi rischia di essere tagliato fuori dalla rivoluzione digitale», chiosa Boschiroli.
