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La sentenza

Investì e uccise il 24enne Giacomo Olivieri: la ragazza patteggia un anno

di Daniele Montanari
Investì e uccise il 24enne Giacomo Olivieri: la ragazza patteggia un anno

Un incidente nato dall’altruismo del ragazzo di Casinalbo, che si era fermato a prestare soccorso ma è stato travolto dall’arrivo dell’auto

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FORMIGINE. Un anno di carcere, con pena sospesa. È quanto ha patteggiato ieri mattina in tribunale a Modena la 36enne che il 2 giugno 2024, poco dopo l’una di notte, investì e uccise il 24enne Giacomo Olivieri sulla Modena-Sassuolo, all’altezza dello svincolo per Baggiovara, in direzione Sassuolo. Un incidente nato da un gesto di altruismo.

L’incidente

Il giovane di Casinalbo, che lavorava per la Bofrost di Castellarano, si era infatti fermato per soccorrere un ragazzo che aveva investito un istrice, finendo contro il guardrail. Quest’ultimo aveva messo le frecce per segnalare il pericolo, e infatti Giacomo l’aveva visto subito, fermandosi per tempo. È sceso a piedi e, messo il triangolo, è andato a vedere come stava. Constatate le buone condizioni, si è messo a rimuovere i detriti che potevano essere pericolosi per altri automobilisti. Ma senza il gilet catarifrangente. Una macchina è sopraggiunta ed è riuscita a schivarlo all’ultimo. Una seconda auto invece, la Clio guidata da una 36enne del posto, non è riuscita ad evitare l’impatto, che è stato terribile: Giacomo è morto sul colpo. Stava tornando a Casinalbo dopo essere stato a Cortile di Carpi al matrimonio di un cugino. La 36enne è finita indagata con l’accusa di omicidio stradale.

La sentenza

Assistita dagli avvocati Cosimo Zaccaria e Peter Martinelli, la 36enne ha chiesto il patteggiamento, che è stato concordato col pm nella misura di un anno ed è stato accolto ieri dal giudice. È stata disposta anche la sospensione della patente per 5 mesi, ma era già stata eseguita subito dopo l’incidente, a fini prudenziali, su intervento della Prefettura. Il giudice non ha ammesso l’Associazione Italiana Famigliari e Vittime della Strada come parte civile. Ha invece ammesso la madre di Giacomo, disponendo nei suoi confronti il pagamento di 3mila euro di spese legali. «Posizionato il segnale di pericolo e assicuratosi che il ragazzo stesse bene, Giacomo si era messo a raccogliere i detriti della carreggiata: fu investito proprio in quegli istanti» spiegano Chiara Santolin e Michele De Bona, referenti a Modena di Giesse, società specializzata nel risarcimento danni, a cui si sono rivolti i famigliari. «Viveva con la mamma e la nonna, cercando di aiutarle in ogni modo e contribuendo anche al pagamento delle bollette a casa – sottolineano – la sua morte ha lasciato un vuoto incolmabile».