Ecobonus, maxi frode da 1,7 miliardi: nella rete anche due modenesi
L'operazione della Guardia di finanza di Napoli e Avellino tocca anche la nostra provincia: ai domiciliari un procacciatore d'affari e un imprenditore di origini calabresi residente a Vignola, a cui vengono contestati lavori illeciti pari a 1,8 milioni di euro
MODENA. Una maxi-frode di 1,7 miliardi di euro nel settore dell’edilizia sfruttando gli ecobonus legati ad interventi di efficientamento energetico. Per questo motivo la Guardia di finanza di Napoli e Avellino ha dato esecuzione a 14 misure cautelari, tra queste 7 persone in carcere, 3 ai domiciliari, nei confronti di altrettante persone indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, riciclaggio ed auto riciclaggio.
Due modenesi coinvolti
Coinvolto anche un modenese, che ora si trova ai domiciliari, con l’accusa di essere «procacciatore di soggetti per la commercializzazione dei crediti d'imposta da bonus edilizi». Nelle carte dell’inchiesta, poi, figura anche un imprenditore di origini calabresi residente a Vignola dove ha sede anche la sua impresa edile. Nel caso del vignolese i documenti parlano di un giro d'affari illeciti quantificato in 1,8 milioni di euro. La società considerata «appartenente al circuito fraudolento» operava sia come beneficiaria dei crediti per lavori mai eseguiti - tra cui due fantomatici complessi residenziali di Modena - sia come cessionaria di altri crediti. I crediti fittizi sono stati ottenuti tramite il ricorso a prestanome ai quali, si legge in una nota del procuratore di Avellino, «veniva formalmente affidata l'amministrazione e la rappresentanza legale di società compiacenti, in modo da indirizzare sui conti, a queste ultime riconducibili, le somme di denaro illecitamente conseguite».
Le operazioni contestate
Le persone coinvolte hanno presentato all’Agenzia delle Entrate «la comunicazione relativa ai lavori da ammettere a contributo, lavori in realtà mai eseguiti» o «riguardanti immobili catastalmente inesistenti». Le operazioni sono state rese possibili da un sistema di anomalie ricorrenti: cessioni frammentate, continui passaggi tra gli stessi nominativi, assenza di documentazione, soggetti con profili fiscali evanescenti e persino intestazioni a persone decedute o senza fissa dimora.
