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Il caso

Ferie in anticipo autorizzate a voce, lasciato a casa dal lavoro al rientro: «Norma usata per licenziare»


	La Montanari Engineering
La Montanari Engineering

La Fiom Cgil di Modena denuncia quanto accaduto nella ditta Montanari Engineering: l’Ispettorato del Lavoroha dichiarato illegittima la decisione dell’azienda di considerare dimesso un proprio dipendente in applicazione della legge 203/2024 introdotta dal governo Meloni

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MODENA. Si accende la polemica attorno alla ditta Montanari Engineering, con sede in via Emilia Ovest, dopo che l’Ispettorato del Lavoro di Modena ha dichiarato illegittima la decisione dell’azienda di considerare dimesso un proprio dipendente, identificato con le iniziali H.H., in applicazione della legge 203/2024 introdotta dal governo Meloni.

Cosa dice la legge e cos’è successo

La norma, al centro di numerose critiche, consente alle imprese di considerare come dimissionari i lavoratori assenti per oltre 15 giorni, senza obbligo di corrispondere indennità né di attivare la Naspi. Secondo i sindacati, questa disposizione viene sempre più spesso utilizzata in modo strumentale per licenziare personale non gradito, aggirando le tutele previste per i lavoratori. Il caso di Montanari Engineering sembra rientrare in questa dinamica. Il dipendente aveva chiesto tre settimane di ferie a partire dal 1° agosto, autorizzate verbalmente dalla direzione. A causa di un grave problema familiare, H.H. si è assentato dal 24 luglio, comunicando la situazione all’azienda e ricevendo ulteriore autorizzazione verbale. Nulla di anomalo, se non fosse che l’11 agosto la società ha notificato all’Ispettorato e al Centro per l’Impiego le “dimissioni per fatti concludenti” del lavoratore, sostenendo che le ferie fossero state concesse solo dal 9 agosto.

La Fiom Cgil: «Un precedente pericoloso»

La Fiom Cgil ha impugnato il provvedimento a settembre e, dopo un’indagine, l’Ispettorato ha riconosciuto l’illegittimità della comunicazione aziendale con raccomandata del 24 novembre. Secondo la normativa, ciò avrebbe dovuto comportare il reintegro immediato del dipendente e il pagamento delle giornate non lavorate dall’11 agosto. Nonostante ciò, l’azienda avrebbe impedito il rientro del lavoratore, di fatto procedendo a un licenziamento verbale. Il sindacato denuncia la gravità dell’atto e annuncia che intraprenderà tutte le azioni necessarie per tutelare i diritti del dipendente. «Questa vicenda dimostra come la legge 203/2024 stia aprendo la strada a pratiche illegittime che fino a pochi mesi fa sarebbero state impossibili», afferma la Fiom Cgil. La preoccupazione è che il caso Montanari possa diventare un precedente pericoloso: «Se passa il principio che basta una comunicazione verbale per far scattare le dimissioni, rischiamo di trovarci di fronte a una valanga di licenziamenti mascherati. È un campanello d’allarme per tutto il territorio». Secondo i sindacati, il rischio è che altre aziende seguano l’esempio, sfruttando la legge per ridurre il personale senza affrontare i costi e le procedure di un licenziamento ordinario. «Non è solo una vertenza locale – sottolinea la Fiom – ma un problema nazionale che riguarda la tenuta dei diritti dei lavoratori. Chiediamo al governo di intervenire per correggere una norma che si sta rivelando un grimaldello contro le tutele». La vicenda, che ha già suscitato forte attenzione nel mondo sindacale, potrebbe ora approdare in tribunale. Nel frattempo, il lavoratore resta senza stipendio e senza ammortizzatori sociali, mentre la Fiom annuncia mobilitazioni e iniziative di sensibilizzazione: «Non possiamo permettere che questa diventi la nuova normalità», conclude il sindacato.