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Lavori finiti, il viadotto dell’Estense riapre

di Giovanni Medici
Lavori finiti, il viadotto dell’Estense riapre

Lo Studio Matildi+Partners ha curato l’intervent al ponte sul Rio Torto: «Ecco come è nato il progetto»

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SERRAMAZZONI. Il ponte in acciaio sul Rio Torto, il viadotto sulla Nuova Estense, riapre dal primo pomeriggio di venerdì 28 novembre (intorno alle 15,30). Dopo la chiusura a febbraio è stato necessario demolire la campata centrale in cemento armato e progettarne una nuova in acciaio, il cui impalcato è stato posato il 24 ottobre scorso.

La storia della struttura

Il ponte sul Rio Torto è stato costruito nel 1980 dalla Provincia di Modena e successivamente, negli anni 90, è stato ceduto ad Anas. Ha una lunghezza complessiva di 196 metri e un’altezza massima di 53 metri. Inaugurato nel 1982, è composto da due pile centrali distanti 80 metri tra loro su cui poggiano travi con luce di 35 metri. La struttura delle travi è in cemento armato e la larghezza complessiva del ponte è di 10,5 metri.

La complessa progettazione della nuova struttura è stata affidata allo studio di ingegneria bolognese Matildi+Partners srl, considerata una delle società più importanti in Italia nel settore dei ponti in acciaio. Il suo titolare è l’ingegner Giuseppe Matildi. Da poco il pacchetto di maggioranza di questa storica realtà è stato acquisito dal gruppo di ingegneria veneto Franchetti, pioniere nel campo della gestione, diagnostica e manutenzione predittiva delle infrastrutture, dei ponti e viadotti, quotato al segmento EGM della Borsa di Milano.

La strategia dell’intervento

«Lo Studio – spiega Giuseppe Matildi – è stato fondato nel 1950 da mio padre Pietro, matematico e ingegnere, pioniere in Italia nell’ambito della progettazione di ponti metallici. Dal 1973 inizio a collaborare con lui maturando una vastissima esperienza nel campo di ponti e viadotti, in particolare ponti metallici e sistemi misti acciaio-calcestruzzo. Questa specializzazione mi ha permesso nel tempo di seguire attentamente, e talora determinare, lo sviluppo delle costruzioni in carpenteria metallica in Italia».

«La nostra filosofia aziendale è sempre stata quella di seguire tutte le nostre opere fino a costruzione completata, fattore fondamentale che ci ha permesso, nei decenni, di acquisire una elevata sensibilità progettuale. Attualmente la Matildi+Partners – spiega ancora l’ing. Matildi - opera anche nell’ambito di interventi su ponti e viadotti esistenti, dalla manutenzione straordinaria al monitoraggio strutturale». In regione questo studio ha progettato e realizzato ad esempio il People Mover di Bologna, la navetta che collega l’aeroporto Marconi e la stazione ferroviaria, cinque chilometri di lunghezza.

Quali le motivazioni che hanno portato lo studio sotto il controllo del Gruppo Franchetti? «Il cambio generazionale è sempre un momento delicato per ogni società. Nel mio caso, pur avendo tre figli impegnati in brillanti carriere internazionali in ambiti diversi, la scelta – conclude - è stata soprattutto una decisione strategica, maturata nella consapevolezza che oggi, per crescere davvero, è necessario superare certe logiche del passato, dove la guida era spesso affidata a qualcuno della famiglia. La mia ambizione era dare continuità al nome Matildi, alla scuola che abbiamo costruito, ai collaboratori che ne hanno fatto parte, mantenendo salda la nostra specializzazione nel settore infrastrutturale dei ponti metallici e a struttura mista. L’obiettivo è trasformare il nome Matildi in un brand, una firma riconosciuta per l’eccellenza nell’ingegneria dei ponti in Italia e oltre».