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Il caso

Modena, gli studenti contro le zone rosse: «Abbiamo sempre lo spray in tasca come difesa»

di Mattia Vernelli

	L'autostazione di Modena
L'autostazione di Modena

Il viaggio tra autostazione e Novi Sad. Anche i negozianti dubbiosi sull’ordinanza: «Più pattuglie, ma l’area non è ancora sicura: episodi violenti ogni giorno»

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MODENA. Com’è la situazione sicurezza in autostazione? «Vi rispondo così – dice Lucrezia Piacentino, studentessa modenese, rovistando nella tasca della giacca per mostrarci qualcosa – io cammino sempre con questa bomboletta di spray al peperoncino. Ce l’ho sempre con me quando aspetto l’autobus, non si sa mai. Questa zona non è affatto tranquilla. Assisto spesso risse, è frequentata da persone poco raccomandabili. Dalle 13 alle 14 è l’orario peggiore. Poi va beh, capita che quando passo qualcuno mi fischia, ma questa purtroppo ormai è ordinaria amministrazione, non ci faccio neanche più caso...». La giovane sta aspettando la corriera insieme a Martina, un’amica.

Il racconto

Poco distante incontriamo Federica e Amira ci raccontano la loro percezione della sicurezza: «Quando passo di qui nelle ore notturne ho paura – spiega Amira–. Rimango sempre in chiamata con qualche amica o parente per sentirmi più sicura. Questo luogo è popolato da persone dall’aria minacciosa, non sono tranquilla. Anche quando esco da scuola capita di assistere a risse o a episodi di violenza. Una cosa, però va detta: di forze nell’ordine, dall’introduzione delle zone rosse, se ne vedono parecchie. Tante pattuglie e tanti agenti, specialmente di sera. E forse le cose sono anche migliorate, perché alcuni anni fa la zona era ben più pericolosa. Tuttavia, non basta: abbiamo paura a camminare nell’area compresa tra il Novi Sad e l’autostazione anche durante il giorno».

Le zone rosse

Le zone rosse, come noto, sono entrate in vigore dal 5 novembre. Anche i commercianti non la pensano molto diversamente rispetto agli studenti: «Secondo me la situazione è migliorata ultimamente, ma ho un po’ di timore a parlare – dice con un filo di ironia Massimiliano Fontana della tabaccheria dell’autostazione – magari domani capita qualcosa e mi tocca rimangiarmi tutto. Non è affatto semplice gestire un’attività qui: la zona rimane comunque molto degradata, siamo in balia delle persone che la frequentano, molto delle quali incutono davvero paura». Antonella Bernardo, dipendente Holacheck dietro al bancone della biglietteria, è diventata negli anni la “portavoce” delle criticità della zona: «Al mattino, quando arrivo qui la mattina alle 6.30 trovo sempre grande incuria e degrado. Persone senza fissa dimora si rifugiano qui, dentro alla sala d’attesa, perché c’è caldo o anche per nascondersi dalla polizia. Il nostro turno finisce alle 19.30, e il guardiano chiude alle 21: in quell’ora e mezzo l’autostazione è alla mercè di questi personaggi. Si vedono più forze dell’ordine, è vero, ma il giro di spaccio rimane. È una situazione ormai radicato da anni, e la delinquenza non manca. Chi spaccia, appena vede le forze dell’ordine, scappa o si nasconde. Credo che serva un servizio di presidio della polizia in borghese se vogliamo che queste zone rosse abbiano reali effetti. È ciò che dico da mesi».

Le testimonianze

Il collega di Bernardo, Matteo Puviani, aggiunge: «Lavoro qui da tre anni e non ho visto grandi cambiamenti. La delinquenza c’è sempre stata – racconta il 23enne –, alcuni mesi cala un po’ di intensità, forse perché i gruppetti più “fastidiosi” si spostano, ma gli episodi sono sempre all’ordine del giorno. Anche semplicemente persone che nella sala d’attesa creano scompiglio, agitazione e urla. Noi siamo sempre obbligati a chiamare le forze dell’ordine. Tante colleghe lavorano in stato di agitazione e ansia, nessuno si sente sicuro. Ho sentito parlare di questa zona rossa sul giornale, ma sinceramente non ho notato un grande cambiamento», conclude.
Yunlei, invece, che lavora al bar della stazione, pensa che «la situazione sia migliorata. Il problema però è fare i conti con questi ragazzini, le cosiddette “baby gang”, che arrivano qui e provano a rubare, qualcuno vuole andare in bagno senza consumare, altri fanno confusione. È davvero stressante e sopratutto poco sicuro, per una donna, lavorare qui in autostazione. Spero che la situazione possa migliorare al più presto», conclude la barista.