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Black Friday e mercatini tirolesi: in centro cresce la febbre da Natale

di Ginevramaria Bianchi

	Il centro di Modena nelle foto di Luigi Esposito
Il centro di Modena nelle foto di Luigi Esposito

La magia delle feste profuma di castagne, vin brûle. Ottimismo tra i commercianti: «Con gli sconti del “Venerdì Nero” abbiamo svuotato il negozio». Ma c’è chi è contrario ai mega sconti: «Questa è una guerra al ribasso alla quale faccio fatica a partecipare»

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MODENA. Sotto l’albero, ogni dicembre, atterra sempre il solito triangolo delle Bermuda dei regali dell’ultimo minuto: il pigiama “così carino” comprato dal parente che non ha avuto il tempo, la voglia o l’ispirazione; la penna glitterata della cartoleria di fiducia, perché “almeno serve”; la Smartbox che nasce con l’ambizione del weekend romantico e finisce tre anni dopo in un cassetto, dimenticata come il latino studiato al liceo. È la liturgia dell’improvvisazione, quella che rende il Natale quella grande, meravigliosa fiera della sopravvivenza.

Il centro si accende

E Modena, in questo, è un palco privilegiato: qui la magia delle feste profuma di castagne, vin brûlé, lucine che scintillano e commessi che, appena usciti dal Black Friday, hanno lo sguardo di chi ha appena attraversato la Route 66…a piedi. Perché dopo la domenica nera, nera come il venerdì e il sabato che l’hanno preceduta, è partito ufficialmente il countdown verso il Natale.  E per questo il centro si è acceso: una giostra dell’ Ottocento in piazza Roma ha fatto il suo esordio; al Novi Sad ha debuttato per il primo anno la pista di ghiaccio; le casette tirolesi, dicono i commercianti, «sono la marcia in più per un centro storico che quest’anno vuole brillare». E tra modenesi e turisti è già iniziata la grande corsa all’accaparramento del regalo perfetto.

I commercianti

Dentro ai negozi, però, si vive un’altra storia: quella di chi il Natale lo costruisce, lo confeziona, lo incarta. Patrizia Nicolini, del negozio Cami Love, ce ne parla con sincerità: «Col Black Friday abbiamo svuotato il negozio. Molti hanno già comprato i regali di Natale. Forse questo andrà compromettere le vendite sotto le feste…non lo so. Posso solo dire che, per ora, sono contenta». E si capisce che è contenta davvero. Da lei vincono i pezzi importanti, le pellicce, le giacche: «Un capo fatto bene ripaga. Un’assistenza al cliente fatta bene ripaga. La mia clientela vuole essere seguita, toccare il materiale. E quindi no, non temiamo il confronto con l’online». E subito dopo aggiunge: «Ora il centro storico si è animato molto, e non voglio tornare a quando per il buio e le poche iniziative dalle 17 in avanti non si vedeva più nessuno».

Il Black Friday? Ormai è una consuetudine

Qualche passo più in là, andiamo a trovare Barbara Ferrari di Barbara Ferrari Shoes, che ci racconta della sua clientela in modo diretto, senza girarci intorno: «Le persone non vogliono rinunciare ai regali ma non vogliono spendere tanto». E allora via a pashmine a 20 euro, pochette eleganti, borse in pelle a 40, stivaletti… E il Black Friday? «È diventata una consuetudine, impossibile evitarlo. Serve per lavorare negli ultimi giorni di novembre». Poi sì, l’online cresce, è vero, «ma la sua clientela sa che la qualità e il prezzo che trova lì non li ritrova su uno schermo». Non è d’accordo, invece, Cinzia Ligabue di Martinelli Pelletteria, che sentenzia: «Il Black Friday è una guerra al ribasso alla quale faccio fatica a partecipare». E mentre parla di sconti furibondi, di prezzi online senza regole, sembra quasi lanciare un appello: «Servirebbero leggi che salvaguardino il consumatore». Perché la confusione, dice, «porta solo alla chiusura dei negozi». Ma poi le facciamo una domanda sul Natale, e il suo tono cambia, perché è un argomento che «le piace molto di più»: «Abbiamo già iniziato a fare pacchetti e pensiamo alle vetrine a tema. Portafogli, borse, guanti, cappellini, pensieri grandi e piccoli. Vendiamo un po’ di tutto». E così la città vive il suo viaggio nel dicembre che incalza. È un presepe urbano, vivissimo, dove tutti, prima o poi, passano determinati nella ricerca di quel regalo che non finirà nel cassetto, accanto alla Smartbox. O almeno si spera.