Gazzetta di Modena

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La vicenda in tribunale

Ferrari rara, bloccata la vendita della “Pantera nera” ma il proprietario va al Tar e vince

di Stefania Piscitello

	La Ferrari 250 Gte serie Polizia
La Ferrari 250 Gte serie Polizia

La 250 Gte serie Polizia, resa celebre dal maresciallo Spatafora e unica superstite delle due auto donate negli anni Sessanta da Enzo Ferrari alle forze dell’ordine, era stata dichiarata di “interesse nazionale” dal ministero della Cultura

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MARANELLO. La storia della Ferrari 250 Gte serie Polizia – l’unica superstite delle due vetture donate negli anni Sessanta da Enzo Ferrari alla polizia di Stato – si arricchisce di un nuovo capitolo. Dopo il primo passaggio davanti ai giudici amministrativi, che avevano confermato il vincolo imposto dal Ministero della cultura, arriva ora una decisione che cambia l’assetto della vicenda: il decreto che dichiarava l’auto di “interesse eccezionale” è stato annullato e tutto dovrà essere rifatto. L’auto è quella resa celebre dal maresciallo Spatafora, la “Pantera nera” che sfrecciava per Roma negli inseguimenti più difficili. Un esemplare rarissimo, con la livrea nera, il lampeggiante, la radio di bordo e le scritte della Squadra mobile.

Il vincolo e il primo ricorso

Proprio la sua unicità aveva spinto il Ministero a imporre un vincolo che, di fatto, ne bloccava la vendita quando il proprietario – un notaio bresciano che l’aveva acquistata nel 2013 – aveva deciso di metterla all’asta. Le notizie sull’imminente cessione avevano infatti attirato l’attenzione degli uffici competenti, che avevano avviato la procedura di tutela ritenendo la vettura un bene irrinunciabile del patrimonio culturale nazionale. Il proprietario aveva reagito immediatamente, sostenendo che l’intervento fosse stato eccessivo e che l’auto, pur preziosa, non avesse quel carattere “eccezionale” che giustificava un vincolo tanto rigido. Da qui il ricorso al tribunale amministrativo, che però aveva dato ragione al Ministero, confermando la validità della procedura e lasciando in piedi il blocco alla vendita.

Il secondo ricorso

La svolta è arrivata con il ricorso successivo, dove non si discuteva più soprattutto del valore storico dell’auto, ma del percorso seguito per arrivare al vincolo. Ed è su questo terreno che il provvedimento ha mostrato le sue crepe. Quando l’istruttoria fu avviata, infatti, la Ferrari risultava ancora intestata al precedente proprietario; il passaggio al nuovo titolare era avvenuto mentre il procedimento stava correndo verso la conclusione. Nonostante ne fosse a conoscenza, l’amministrazione non aveva comunicato al notaio l’avvio del procedimento, avvisandolo soltanto quando tutto era stato già deciso. Per i giudici, questa non è una semplice sbavatura formale: negare all’interessato la possibilità di partecipare significa privare l’istruttoria di elementi potenzialmente rilevanti. E gli elementi, in questo caso, c’erano: il numero non esiguo degli esemplari prodotti, il fatto che le modifiche “da servizio” non trasformassero la Gte in un oggetto irripetibile, alcune ricostruzioni storiche che meritavano un vaglio più approfondito. Non argomenti demolitori, ma contributi che un procedimento corretto avrebbe dovuto considerare. Risultato: il vincolo viene annullato. Non è escluso che l’amministrazione torni alla carica, avviando una nuova istruttoria; ma stavolta dovrà farlo seguendo con rigore le garanzie procedimentali e fondando ogni scelta su riscontri più solidi. Per il momento, la “Pantera nera” rimane un gioiello sospeso.

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