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La nuova avventura di Massimiliano, dalla ceramica a un taxi “salvavita”: il primo dotato di defibrillatore


	Massimiliano Chiarolanza, al centro, mostra il defibrillatore
Massimiliano Chiarolanza, al centro, mostra il defibrillatore

Chiarolanza ha cambiato vita dopo 32 anni di esperienza nel mondo delle piastrelle, di cui gli ultimi quattro all’estero: nella sua auto trova posto il dispositivo, acquistato a sue spese e inserito nella rete di soccorso del 118

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MODENA. C’è chi fa impresa per una questione economica, chi lo fa per dare corpo alle proprie ambizioni professionali, ancora, chi per continuare l’attività di famiglia. Ma c’è anche chi decide di fare impresa, cambiando completamente occupazione, per una scelta di vita. È ciò che ha fatto Massimiliano Chiarolanza, che dopo trentadue anni di esperienza nel mondo ceramico, arrivando anche a coprire ruoli direzionali, ha deciso di appendere la… piastrella al chiodo per cominciare una nuova vita da taxista.

Dalla ceramica al taxi

«Dopo quasi quattro anni di fila passati all’estero – racconta Massimiliano –  praticamente senza vita familiare, senza vivere la quotidianità con la mia compagna e i miei due figli, ho capito che era venuto il momento di cambiare. Sia chiaro, la vita del taxista non è assolutamente facile se si vuole fare questo mestiere con impegno, ma era arrivato il momento di tornare a casa, di vivere la mia città dalla quale sono stato lontano troppo tempo. Perché la scelta del taxi? Per continuare a viaggiare, anche se su scala locale, ma anche per le sue implicazioni sociali. Mi piace pensare di aiutare la gente, magari accompagnandola dal medico, a sbrigare un’incombenza, a trovare un amico, o più semplicemente allungando il tragitto, senza applicare sovrapprezzi rispetto alla corsa normale, per consentire ad un turista di vedere le bellezze della nostra città. Perché la nostra attività è fatta anche di cose come queste».

Un defibrillatore in auto

Un’attenzione, quella per gli altri, che ha portato Massimiliano a darsi da fare in modo concreto per la sua comunità. Quello di Massimiliano, infatti, è il primo taxi del Consorzio Cotamo ad essere dotato di defibrillatore, e non solo per i suoi clienti. «Non solo ho acquistato, a mio spese, un defibrillatore, ma con il mio driver abbiamo frequentato, sempre a mie spese, i corsi di formazione che ci consentono, in caso di emergenza, di intervenire immediatamente, senza aver bisogno così di attendere l’ambulanza. Ma c’è di più: essendo inserito nella app del 118, anche quando sono a casa, tramite smartphone, posso sbloccare il taxi e permettere al personale qualificato di utilizzarlo per interventi di pronto soccorso. Sono impegni che hanno richiesto molto, sia in termini economici che di tempo, ma per me è importante avere, come imprenditore, anche un ruolo sociale mentre svolgo la mia attività». Una disponibilità apprezzata da Comune di Modena e Ausl, che hanno presenziato alla presentazione ufficiale del taxi con la vicesindaca Francesca Maletti, il coordinatore del 118 Fabrizio Mora oltre a Mirco Venturelli, presidente del Cotamo, e Manuele Covili, responsabile Cna della categoria. «Cna che ha avuto un ruolo importante nel sostenermi in questa mia scelta di vita. L’associazione, infatti,  mi ha supportato in tutto, anche nelle fasi più delicate di acquisizione e registrazione della mia licenza e per tutte le autorizzazioni necessarie per svolgere la mia attività. Cna si sta dimostrando un partner molto importante per la mia attività».

Uno sguardo al passato e uno al futuro

Rimpianti per il settore che hai lasciato? «Sono ancora molto legato al mondo della ceramica. Non a caso, lo sponsor del mio taxi viene da lì, ma non ho alcun rimpianto: dopo due anni in medio oriente e diciotto mesi in Sudafrica, mi ero accorto di essere sul punto di diventare schiavo degli obiettivi aziendali e di mettere tutto il resto in secondo piano. È solo grazie alla mia famiglia che ho evitato tutto questo e che oggi, da imprenditore, possa fare un lavoro stupendo, che mi permette di vivere la mia città, che è più bella e accogliente di quanto sembri e che mi fa conoscere tante storie e tanta gente. La clientela notturna, poi, è la più particolare: ci si potrebbe scrivere un libro». Ma non c’è solo quello. «Non so – conclude Massimiliano – cosa vorranno fare i miei figli nella loro vita. Mi piacerebbe, però, che almeno nei mesi estivi, attraverso il taxi, muovessero i primi passi nel mondo del lavoro. Credo che sarebbe un momento di crescita personale molto importante». Una storia davvero particolare, quella di Massimo, che certifica come sia sempre possibile cambiare e trovare un’attività che possa soddisfare le proprie aspettative.