“Rientro dei cervelli”, ricercatrice torna a Modena ma per 2 anni è bloccata: va al Tar contro il Ministero e vince
Nel 2023, rientrata in Italia dall’estero, aveva avviato un percorso stabile nel campo della Fisiologia a Unimore: la sua domanda per l’abilitazione scientifica nazionale a professore ordinario è stata respinta per tre volte, fino alla sentenza del giudice
MODENA. Era rientrata in Italia alcuni anni fa grazie al programma nazionale per il “Rientro dei cervelli”, che aveva riportato a Modena una giovane ricercatrice formata all’estero. All’Università di Modena e Reggio aveva avviato un percorso stabile nel campo della Fisiologia. Ma un passaggio decisivo per la carriera, l’abilitazione scientifica nazionale a professore ordinario, si è trasformato in un iter lungo quasi due anni, segnato da tre valutazioni negative e altrettanti ricorsi al Tar. Alla fine ce l’ha fatta.
La vicenda
La ricercatrice aveva presentato la domanda nel 2023. Il primo giudizio negativo era arrivato nel marzo dello stesso anno, fondato su motivazioni ritenute vaghe: nonostante il superamento dei parametri quantitativi e una produzione scientifica valutata in prevalenza positivamente, la commissione aveva espresso dubbi sull’apporto individuale ai lavori collettivi. La ricercatrice si era così rivolta al Tar del Lazio, che nel marzo 2024 aveva annullato il diniego rilevando carenze nella motivazione. Il ministero dell’Università e della Ricerca aveva quindi nominato una nuova commissione, ma anche il secondo riesame si era concluso con un rifiuto. Un altro ricorso e, nell’aprile 2025, una nuova sentenza a favore della ricorrente: il Tar aveva chiarito che la commissione non aveva spiegato in modo adeguato come avesse valutato le pubblicazioni, in particolare le review, che rappresentavano solo una minoranza della produzione scientifica. A questo punto era stata nominata una terza commissione, incaricata di rivalutare esclusivamente i punti indicati dal tribunale. Il 1° agosto è però arrivato un nuovo diniego.
La sentenza
Nella sentenza pubblicata nei giorni scorsi, il Tar ha evidenziato che la commissione aveva ampliato la valutazione oltre quanto richiesto, riesaminando l’intera produzione e riproponendo criticità già giudicate non convincenti nei precedenti pronunciamenti. Per i giudici si è trattato di una violazione del giudicato. Il Tar ha quindi annullato l’ultimo provvedimento e ha ordinato al Ministero di rilasciare l’abilitazione. Un epilogo che chiude una vicenda complessa e che riporta l’attenzione sulle difficoltà burocratiche che talvolta incontrano i professionisti rientrati dall’estero per continuare la loro attività di ricerca.
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