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La cerimonia

Unimore, la lezione magistrale di Emanuele Orsini: «Energia troppo cara, le imprese scappano»

di Luca Gardinale

	Orsini con la rettrice Rita Cucchiara
Orsini con la rettrice Rita Cucchiara

Il presidente nazionale di Confindustria è stato l’ospite d’onore dell’850esimo anno accademico dell’Università di Modena e Reggio Emilia nella chiesa di San Carlo

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Ringrazia il suo omonimo rappresentante degli studenti e mette in chiaro una cosa: «Confindustria sarà sempre per la pace, un obiettivo che siamo certi che si possa raggiungere partendo dal dialogo». Emanuele Orsini, presidente nazionale di Confindustria, è stato l’ospite d’onore all’inaugurazione dell’850esimo anno accademico dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ieri mattina nella chiesa di San Carlo in centro a Modena. Il suo intervento è partito dalle parole di un altro Emanuele, il presidente della Conferenza degli studenti Terranova, che ha posto l’attenzione sulla guerra in Medio Oriente, sugli studenti palestinesi e sui rapporti tra Università e aziende israeliane. Quindi, passando al rapporto tra Confindustria e Unimore, il modenese presidente nazionale di Confindustria ha ricordato che «per noi la formazione territoriale e dei giovani nasce dall’Università, e non esiste crescita del nostro Paese che non passi da un patto tra atenei e imprese, dal momento che abbiamo necessità di veder crescere le nostre competenze». La questione energia Il presidente Orsini ha quindi affrontato le difficoltà con le quali le imprese devono fare i conti: «Oggi troppe aziende stanno scappando dal nostro Paese per il costo dell’energia - ha detto - andando anche in altri Stati europei. In questo modo, però, perdiamo la capacità di attrarre e mantenere qui le nostre imprese». Durante la sua lectio magistralis, il numero uno di Confindustria ha ricordato che «stiamo aspettando il decreto energia, perché per noi è fondamentale per la salvaguardia, la nostra tutela, e la capacità di essere competitivi. Se non riusciamo a risolvere il problema dell’energia, non riusciremo a essere competitivi». Restando ai temi nazionali, Orsini ha fatto sapere di aver chiesto «molto spesso al nostro governo di volare alto, ma per volare alto serve un piano industriale del Paese. In un momento come questo, in cui ci sono grandi “potenti”, e parliamo ovviamente degli impatti che ci arrivano dalle condizioni economiche e politiche che stanno cambiando così velocemente, noi abbiamo la fortuna di avere imprese che stanno correndo forte, stanno andando bene. Ecco - ha detto ancora il presidente nazionale di Confindustria - quelle imprese noi abbiamo il dovere di poter fare correre ancora più forte, affinché possano essere i nostri capifiliera per portarci al mondo». L’Unione europea Dal presidente sono arrivate anche una serie di critiche alle politiche Ue e sopratutto sulle modalità di azione rispetto a quelle delle altre potenze mondiali: «Oggi sempre più noi vediamo quanto le potenze come Stati Uniti e Cina prendano decisioni molto importanti con un “clic” - queste le parole di Orsini - mentre l’Europa ha 27 Stati membri, e per la stessa decisione ha bisogno di 27 firme. Insomma, io sono un europeista convinto, ma abbiamo bisogno di un’altra Europa». In generale, dal presidente di Confindustria ha invitato il nostro Paese ad accelerare: «Noi oggi abbiamo bisogno di fare presto - ha aggiunto - e l’energia è la parola chiave per essere competitivi, perché troppe aziende stanno scappando per il costo dell’energia. Non è possibile che le nostre imprese debbano sostenere il doppio dei costi di quelle spagnole». Il tema casa Quindi, riprendendo le parole della rettrice Cucchiara, il presidente Orsini ha fatto sapere di «essere rimasto colpito dal tema casa: fino a quando noi avremo un costo dell’alloggio che vale il 50% dello stipendio netto non potremo aumentare il numero dei laureati». In chiusura, il numero uno degli industriali ha detto che «Confindustria non si occupa solo del benessere delle imprese, ma di quello delle persone e delle famiglie. Bene dunque la sinergia tra industria e università per la crescita del nostro Paese».