Badanti, il 60% a Modena e Reggio lavora in nero: sono più di 27mila
L’analisi di Fnp Cisl Emilia Centrale fa emergere un fenomeno preoccupante: in regola meno della metà delle persone che si prendono cura di anziani e persone fragili
MODENA. La solitudine degli anziani e il lavoro di cura irregolare sono due emergenze che si intrecciano sempre di più. È quanto emerge dall’analisi condotta da Fnp Cisl Emilia Centrale, che porta alla luce un fenomeno nascosto ma decisivo per comprendere le difficoltà del nostro territorio. Secondo le elaborazioni realizzate dal sindacato su dati Ines e Assindatcolf, oltre 27.500 assistenti familiari lavorano in nero tra Modena e Reggio Emilia. Una cifra enorme, che testimonia come sei badanti su dieci operino senza contratto, senza diritti e senza tutele, spesso in condizioni di forte isolamento. Nel dettaglio, si stima che a Modena le badanti non regolari siano 16.954 a fronte delle 12.110 regolarmente assunte (12.353 nel 2023) mentre a Reggio le lavoratrici irregolari sarebbero 10.589, contro 7.564 contrattualizzate (7.951 nel 2023). Si evidenzia quindi un calo significativo da un anno all’altro del numero di contratti di lavoro domestico regolari in entrambe le provincie a fronte di un territorio in cui la popolazione anziana aumenta sempre di più superando quota 82.000. A gettare benzina su un fuoco già acceso c'è l'età delle badanti, per la maggior parte provenienti dai paesi dell’Est Europa con un flusso migratorio che sempre la ricerca Cisl stima per la maggior parte essere over 50 e quindi, molte di loro già bisognose, a loro volta di assistenza.
La presentazione della ricerca
Sono questi i dati allarmanti che la categoria Fnp della Cisl Emilia ha messo in evidenza nella ricerca dal titolo “Sentimento di solitudine nelle persone anziane” che è stata presentata ieri mattina – 5 dicembre – al Consiglio generale all’hotel Rmh Raffaello di Modena in cui sono intervenuti il segretario Fnp Cisl Emilia Centrale Domenico Pacchioni, il segretario Cisl Emilia Centrale Andrea Sirianni, la vicesindaca e assessora a Sanità, Salute e servizi connessi del Comune di Modena Francesca Maletti, l’assessora alla Cura della persona del Comune di Reggio Emilia Annalisa Rabitti, la segretaria generale Fnp Emilia Romagna Gina Risi, il sociologo Gino Mazzoli e la segretaria Fnp nazionale Anna Maria Foresi. E a proposito di solitudine, questi numeri ne mettono in evinca una doppia: da una parte quella degli anziani che necessitano di assistenza, dall'altra quella delle badanti, spesso donne sole, lontane dalle famiglie, molte delle quali già a loro volta anziane e prive di garanzie minime che per la tipologia di lavoro sono portate all'isolamento sociale e spesso a forme depressive. Ma ce n’è una terza di solitudine, quella dei caregiver, nella maggior parte dei casi parenti delle persone anziane, già anziani a loro volta. Una situazione che rischia di generare una spirale di sofferenza condivisa tra assistiti e assistenti che, come spesso legge sulle pagine di cronaca nera dei quotidiani, possono portare anche a tragici epiloghi. Se la solitudine come termine identifica una condizione di esclusione da ogni rapporto di vicinanza agli altri e degli altri, è pur vero che è l’isolamento la vera insidia che la solitudine rappresenta per gli anziani.
La fotografia della popolazione anziana
Il dossier presentato dal sindacato offre una fotografia chiara della situazione: 48.068 sono gli over 65 che vivono soli nella provincia di Modena mentre 34.303 nella provincia di Reggio Emilia. In entrambi i territori, più della metà sono over 75, cioè persone particolarmente fragili. Le situazioni più critiche emergono nei distretti montani, dove a difficoltà economiche e sanitarie si aggiungono distanza geografica e scarsità di servizi. In generale gli anziani residenti in Emilia Centrale Modena e Reggio al 1°gennaio 2025 sono 291.392, pari al 23,49% del totale della popolazione. Gli ultrasettantacinquenni sono circa il 12,40% e le persone che hanno superato gli ottant’anni risultano oltre il 7,5%. Le previsioni demografiche indicano nel periodo 2022-2042 un aumento di oltre 250/320 mila unità in tutte le fasce di età anziane (a seconda degli scenari), con una percentuale sul totale della popolazione regionale che, nel 2042, potrebbe aggirarsi intorno al 30%. Ma come si compone la popolazione anziana nel nostro territorio? Numeri preoccupanti mostrano un aumento delle famiglie unipersonali, in larga parte composte da donne anziane, spesso costrette a vivere in abitazioni dove la distanza dalla rete familiare e la presenza di barriere architettoniche amplificano il rischio di solitudine.
I problemi riscontrati
Nella sola provincia di Modena: il 15% segnala problemi strutturali nell’alloggio o distanza eccessiva dai familiari; il 35% vive in case con ostacoli alla mobilità, come scale o spazi ristretti. La solitudine, dunque, non è solo una condizione emotiva: è un luogo fisico in cui molte persone passano giornate intere senza contatti. A tutto questo si aggiungono le difficoltà economiche e la compresenza di più malattie croniche, che rendono ancora più fragile la loro condizione. Il 16% degli over 65 riferisce sintomi legati alla depressione, soprattutto tra donne, over 75 e persone con maggiori difficoltà economiche. Le patologie croniche aumentano e la solitudine contribuisce a peggiorare ogni condizione di salute. Anche il mondo del lavoro di cura contribuisce a delineare un quadro complesso: caregiver familiari e badanti rappresentano due facce della stessa medaglia, infine, l’esclusione dalle nuove tecnologie, in una società che corre a un ritmo sempre più rapido, finisce per isolare ulteriormente chi non riesce a stare al passo con la digitalizzazione.
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