FdI: «Dipendenti comunali privilegiati per smart working e buoni pasto»
Replica perentoria dell’assessore Molinari: «Regolato da contratto»
MODENA. Qualcuno ha borbottato, qualcun altro si è offeso, qualcun altro ancora ha replicato in diretta o via social. Fatto sta che una frase sui dipendenti comunali pronunciata da un consigliere di quartiere, durante un’assemblea pubblica, ha dato vita a una vivace polemica. È successo mercoledì scorso alla palazzina Pucci, durante l’incontro organizzato dall’amministrazione comunale per presentare il Bilancio di previsione ai quattro Consigli di quartiere riuniti. Un’assemblea alla quale hanno partecipato gli assessori Vittorio Ferraresi (Quartieri) e Vittorio Molinari (Bilancio), oltre appunto ai consiglieri di tutti e quattro i quartieri cittadini.
La critica di FdI
Fin qui tutto bene, fino a quando a prendere la parola è stato il consigliere del quartiere Centro Pier Luigi Bonvicini (Fdi), che è intervenuto sui dipendenti comunali. In particolare, il consigliere ha criticato una serie di “privilegi” che i dipendenti del Comune avrebbero, ovvero la possibilità di lavorare in smart working e il fatto che nei giorni di lavoro da casa il personale “maturi” comunque il diritto al buono pasto. Il consigliere Fdi ha quindi fatto un confronto con il settore privato, i cui lavoratori sarebbero decisamente più penalizzati.
La replica dell’assessore
Parole che non sono piaciute a diversi consiglieri, ma anche all’assessore Molinari, che ha replicato a Bonvicini ricordando che la questione smart working e buoni pasto è regolata dal contratto, mentre i dipendenti comunali, che oggi sono 1.400, devono farsi carico del lavoro che solo dieci anni fa facevano 800 lavoratori in più.
