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Il problema

Prestiti per i regali di Natale: il rischio usura incombe anche su Modena

di Francesco Dondi
Prestiti per i regali di Natale: il rischio usura incombe anche su Modena

Allerta della Cgia per la voglia di spendere e la stretta creditizia, con il rischio di insolvenze: molte famiglie ricorrono al credito al consumo per le spese di fine anno. Problemi anche tra i piccoli imprenditori e artigiani

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MODENA. Nel territorio provinciale non sono state depositate denunce di usura relative al 2024 e non risultano neppure indagini al riguardo, ma la Cgia di Mestre - in un report particolarmente dettagliato - evidenzia come il Modenese, alla pari di molte altre città italiane, sia esposto al rischio soprattutto nel periodo natalizio. I motivi? A dire la verità sono più di uno e tengono uniti la voglia di fare festa e apparire con la stretta creditizia che le banche da anni impongono alle attività commerciali e imprenditoriali.

L’analisi

Nelle settimane che precedono il 25 dicembre – analizza l’ufficio studio di Cgia Mestre – molte famiglie italiane ricorrono al credito al consumo (prestiti personali, dilazioni di pagamento, “buy now, pay later” e rateizzazioni), per far fronte alle spese legate ai regali e ai consumi natalizi. L’incremento delle spese coinvolge anche gli artigiani e i piccoli commercianti che, a differenza dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, non dispongono né di entrate certe né della tredicesima mensilità». In altre parole, le festività generano pressioni sociali - regali, cene, doni e impegni percepiti spesso come “necessari”, anche a chi si trova in difficoltà economiche. Tale situazione induce molte persone a ricorrere a prestiti per non deludere le aspettative, determinando un aumento dell’accesso al credito che frequentemente assume anche forme illegali. Se si osserva l’andamento delle insolvenze si può scorgere un ulteriore segnale di difficoltà che attanaglia tante piccolissime imprese. Dopo la contrazione registrata nel periodo Covid, da due anni le aziende con sofferenze sono tornate ad aumentare. A Modena, ad esempio, si è passati dalle 1472 del 30 giugno 2024 alle 1536 del 2025 con un aumento del 4,3% che colloca la provincia estense al 44° posto in Italia per realtà in sofferenza. In regione la maglia nera spetta a Rimini (24° posto con 716 aziende a rischio) mentre Forlì-Cesena è la “migliore” con l’80° posto e 703 realtà a rischio. 

Il commento

«La platea di cattivi pagatori - dice la Cgia - è costituita in massima parte da lavoratori autonomi, artigiani, esercenti, commercianti o piccoli imprenditori che sono “scivolati” nell’area dell’insolvenza e, conseguentemente, sono stati segnalati dagli intermediari finanziari alla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia». Per legge, questa “classificazione” impedisce a questi operatori economici di accedere a un nuovo prestito. Pertanto, se vogliono accedere al credito non hanno alternative: devono ricorrere a forme “alternative” al sistema bancario. Con tutti i rischi e i pericoli che ciò comporta, compreso l’appoggio agli usurai. Entrare in quella rete, magari costretti perché non si riesce ad esigere un credito e la macchina dei pagamenti si blocca, significa finire in un sistema da cui è difficile uscirne e anche denunciare per la vergogna o i timori di ritorsioni. Ecco che la proposta della Cgia è netta: potenziare le risorse a disposizione del “Fondo di prevenzione dell’usura”, ma nel frattempo occorre anche fare prevenzione.

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