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Il caso

Furgoni del volontariato tappezzati di pubblicità: «Sono fuori legge. Facciamo causa»

di Paola Ducci
Furgoni del volontariato tappezzati di pubblicità: «Sono fuori legge. Facciamo causa»

L’associazione “Protetti insieme” ha presentato un esposto all’Agcom: «Violano il Codice della Strada. Contratti nulli, sanzioni e fermo dei mezzi»

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MODENA. I mezzi appartenenti ad associazioni di volontariato che circolano con la carrozzeria ricoperta da pubblicità sono fuori legge. L’associazione “Protetti insieme” di Bologna ha presentato un esposto all’Autorità garante del mercato Agcom, per concorrenza sleale e distorsione del mercato pubblicitario a danno degli editori e delle concessionarie di pubblicità che sostengono regolarmente sul mercato.

800 mezzi fuori legge



È un fenomeno che, nonostante ci sia una legge che lo vieti è ancora molto diffuso in tutta Italia e quindi anche nel nostro territorio. Basti pensare che i mezzi in circolazione in Italia sono 800, concessi in comodato d’uso da due aziende emiliane, una dislocata nella provincia di Reggio Emilia e una a Bologna con un fatturato che nel 2024 è stato di 27 milioni di euro, con un utile di 2, 2 milioni. Ogni mezzo frutta infatti una media di 100.000 euro ogni 2 anni. In Provincia di Modena i mezzi circolanti fuori legge sono in totale 18 utilizzati da alcuni enti dislocati in 16 Comuni della Provincia (Modena, Soliera, Pievepelago, Castelnuovo Rangone, Carpi, Pavullo nel Frignano, Nonantola, San Felice, Medolla, Finale Emilia, Camposanto, Cavezzo, Concordia e Mirandola oltre all’Unione Terre di Castelli) . Per molti anni le pubblicità di aziende e di piccole attività artigianali e professionali applicate sui mezzi di trasporto di enti e associazioni di volontariato, sportive o di azione sociale che circolano nelle nostre città, o provvedendo al trasferimento di malati e disabili, hanno rappresentato una piccola fonte di auto finanziamento per le medesime.

Cosa dice la legge



Nel contempo per le società che si occupano della raccolta pubblicitaria da applicare sui mezzi, si tratta esclusivamente di una attività a scopo di lucro molto redditizia. Si tratta di un arricchimento, effettuato in violazione dell’art.23 del Codice della Strada e del relativo regolamento di attuazione, il DPR 495 del 1992. Il Codice della Strada fa divieto assoluto di apporre scritte o insegne pubblicitarie luminose sui veicoli e prevede che sia sempre «escluso ogni rischio di abbagliamento o di distrazione dell’attenzione nella guida per i conducenti di altri veicoli». Tale facoltà è concessa solo ad autobus, taxi, e auto con noleggio di conducente, oppure per la promozione esclusiva della propria azienda. Tuttavia, la circolazione di questi mezzi nelle nostre città continua, nonostante l’impegno delle forze dell’ordine e del ministero dell’Interno, che sulla questione ha diramato una circostanziata circolar. La denuncia al continuo non rispetto della legge arriva dalla associazione bolognese per la difesa dei Diritti “Protetti Insieme Ets” che si batte su questo fronte. «Il nostro intervento – spiega l’associazione diritti Protetti Insieme Ets- mira ad aiutare le associazioni e gli enti che spesso inconsapevolmente violano l’art. 23 del Codice della strada, generando un vulnus grave, perché questi mezzi oltre ad importanti sanzioni rischiano il fermo e rischiano anche di essere ritirati senza preavviso per nullità del contratto di comodato. È facoltà di ogni azienda che ha sottoscritto tali contratti contestarne la nullità e intimare la restituzione delle somme corrisposte.