Addio a Renzo Vergnani, molto più di un mister: vero simbolo del “calcio di tutti”
Morto a 65 anni a Correggio, dove viveva, è stato fondatore e allenatore della Nazionale di calcio amputati affiancato dal vice Paolo Zarzana e negli ultimi tre anni si è dedicato al progetto della scuola calcio inclusiva “Bimbi Sperduti” di San Prospero
MODENA. Ci sono allenatori che sono molto di più di semplici tecnici. Renzo Vergnani era uno di questi, un vero simbolo del “calcio di tutti”. Se ne è andato mercoledì 10 dicembre, prematuramente scomparso a 65 anni, lasciando senza parole tutte le persone che in questi anni hanno visto in lui un maestro, una guida, un esempio.
La Nazionale di calcio amputati
Correggese, allenatore con oltre trent’anni di esperienza riconosciuta dalla Figc, grazie a un incontro con il suo giovane concittadino Francesco Messori ha spalancato le porte del calcio alle persone amputate, fondando nel 2012 la Nazionale di cui è stato fino a fine 2023 commissario tecnico. Al suo fianco, dal primo all’ultimo giorno, il vice Paolo Zarzana, responsabile dei progetti sociali del Csi Modena: «Ho perso un fratello – racconta commosso –. Insieme abbiamo vissuto tre Mondiali e due Europei con la Nazionale, oltre a diversi Sei Nazioni, fino alla Nations League del 2023, allenandoci anche a Formigine e Corlo. Non solo, perché grazie a lui e a Francesco Messori il calcio a 7 del Csi Modena ha vissuto una svolta storica, una modifica regolamentare già introdotta dal Csi nazionale che ha permesso ai calciatori amputati di partecipare ai campionati senza alcuna distinzione: così, nella squadra del Mandrio di cui Renzo era mister, Francesco ha giocato tutta la stagione. Con Renzo, dal 2017, abbiamo gestito anche la scuola itinerante della Fispes (Federazone italiana sport paralimpici sperimentali, di cui il calcio amputati fa parte)».
Il progetto dei “Bimbi Sperduti”
Negli ultimi anni, Vergnani aveva deciso di dedicare anima e corpo alla scuola calcio inclusiva dei “Bimbi Sperduti” di San Prospero: «Renzo, per tutti semplicemente il mister, ha guidato con passione la scuola di calcio, allenando per oltre tre anni la squadra di bambini con disabilità, organizzando sei raduni annuali e coinvolgendo più di 40 famiglie provenienti da tutta Italia - si legge in una nota di cordoglio -. Il suo motto era: “Nel calcio come nella vita, non esiste la diversità, ma solo le nostre unicità”. Ai suoi ragazzi ricordava spesso che “l’importante non è voler vincere ad ogni costo, l’importante è unire e non dividere”. Un insegnamento che rimarrà vivo nella comunità sportiva che lo ha conosciuto».
«Quando è entrato in contatto con noi, Renzo ha creduto fortemente in questo progetto legato alla disabilità, creando una vera scuola calcio inclusiva, dove la pratica sportiva venisse prima di ogni possibile differenza fisica o mentale», spiega il presidente Gianluca Ciuffreda. «La società, sostenuta anche dall’incoraggiamento della compagna di Renzo, Sara Fattori, ha deciso di portare avanti il progetto e proseguire il percorso fatto assieme, continuando a lavorare per realizzare il suo sogno: creare spazi di gioco e inclusione per ogni giovane atleta con disabilità nella città in cui vive».
