Gazzetta di Modena

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L’inchiesta

Veleni da maxi discarica abusiva nel Reggiano: tra i 9 indagati 5 funzionari Arpae e un modenese


	I sigilli dei carabinieri alla maxi discarica abusiva
I sigilli dei carabinieri alla maxi discarica abusiva

Oltre 900.000 tonnellate di scorie di acciaieria non trattate e scorie di fusione in un terreno a Brescello avrebbero compromesso e deteriorato le acque sotterranee, con valori di ferro e arsenico superati ma coperti, secondo la Procura, attestando il falso

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BRESCELLO. Una discarica abusiva di oltre 900.000 tonnellate di scorie di acciaieria non trattate e scorie di fusione nel territorio del comune di Brescello, nella Bassa reggiana, avrebbe compromesso e deteriorato le acque sotterranee, con valori limite di ferro e arsenico superati, e il tentativo di coprire tutto attraverso il falso ideologico in atti pubblici da parte di funzionari dell'ente di controllo. È quanto sarebbe al centro di un'inchiesta della Procura di Reggio Emilia, guidata da Calogero Gaetano Paci, con indagini condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Reggio Emilia e del Nipaaf (Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale).

Gli indagati e i reati contestati

Nove persone, tra i 34 e gli 82 anni, risultano indagate. Sette sono residenti nella Bassa reggiana, uno a Parma e uno a San Prospero (Modena). Si tratta di imprenditori, professionisti, funzionari pubblici e di un ente aziendale. I reati ipotizzati, a vario titolo e in concorso tra loro, includono: la realizzazione e gestione della discarica non autorizzata (la presunta attività illecita si sarebbe protratta dal 2016); l’inquinamento ambientale, consistente nella compromissione e deterioramento delle acque sotterranee, riscontrata per il superamento dei valori limite di parametri quali ferro e arsenico; il falso ideologico in atti pubblici, contestato a 5 dipendenti di Arpae Emilia Romagna che avrebbero attestato il falso in rapporti conclusivi di controllo, al fine di ricondurre il superamento dei limiti di inquinamento alle caratteristiche geochimiche dei terreni e non alle condotte di smaltimento.

L’attività investigativa

Sono stati eseguiti provvedimenti di perquisizione e sequestro in sedi legali e unità locali di due società, oltre che in studi professionali e in tutti gli ambienti in disponibilità degli indagati. Arpae con una nota auspica che «l'iter giudiziario possa accertare il corretto operato del proprio personale, come riportato nei documenti tecnici redatti in proposito».