Ex carabiniere può uscire dal carcere dopo sei mesi: non aveva maltrattato moglie e figlia
Il giudice: «Il fatto non sussiste». Ora entrambe rischiano il processo per falsa testimonianza contro di lui
MODENA. Assolto con formula piena, “perché il fatto non sussiste”, dopo essersi fatto sei mesi di detenzione. Conoscendo anche l’umiliazione di trovarsi in una cella, lui che da carabiniere aveva avuto molte volte a che fare col carcere. Ma dall’altra parte, di chi assicurava le persone alla giustizia.
Nessun maltrattamento
È una dolorosissima vicenda che riguarda un 60enne, oggi ex carabiniere, residente a Modena. Ieri mattina – 12 dicembre - il collegio dei giudici ha emesso la sentenza di assoluzione dalla gravissima accusa di maltrattamenti in famiglia, dopo che lo stesso pm (Monica Bombana) si è convinto della sua innocenza chiedendo il proscioglimento. Rischiano invece ora di finire a processo le sue accusatrici, la moglie 50enne e la figlia 26enne: i giudici in merito alle loro dichiarazioni hanno rimandato gli atti al pm perché valuti se perseguirle per i reati di falsa testimonianza e calunnia nei confronti dell’uomo.
Il periodo difficile e l’errore fatale
L’accusa di maltrattamenti risale al 2024, quando l’ex carabiniere stava attraversando un periodo particolarmente prostrante, legato anche alla scomparsa della madre. La denuncia ha avuto un impatto devastante sulla sua vita: è scattato il Codice rosso, con divieto di avvicinamento. Ha dovuto lasciare casa, e una disattenzione gli è stata fatale: un giorno è tornato a casa per prendere le chiavi della macchina, e la famiglia ha subito segnalato l’episodio, che gli è valso la contestazione di infrazione del divieto. È stata inasprita la misura cautelare nei suoi confronti ed è finito in carcere a Ferrara. Non a Modena, perché al S.Anna lo conoscevano come carabiniere e potevano esserci vendette da parte degli altri detenuti. Lui i sei mesi li ha scontati tutti, ligio al rispetto delle regole, un po’ in carcere e un po’ ai domiciliari.
La battaglia legale
È a questo punto che si è rivolto all’avvocato Michelangelo Strammiello, che ha sostenuto con forza la sua innocenza anche attraverso una perizia in cui la psicologa Francesca Scalise ha accertato che per quanto si tratti di un uomo in sofferenza, non è pericoloso. E non avrebbe mai fatto del male a moglie e figlia. Da qui l’assoluzione. «Ringrazio la Procura per aver riconosciuto l’estraneità del mio assistito ai fatti contestati – commenta l’avvocato Strammiello – è stato un percorso lungo e doloroso, ma alla fine è emersa la verità».
