Gazzetta di Modena

Modena

Il caso

Professoressa mostra un video porno agli studenti e viene licenziata, il tribunale: «Va reintegrata»

di Luca Gardinale

	L'istituto Corni di Modena
L'istituto Corni di Modena

Una docente di sostegno era stata cacciata dall’istituto Corni, ma l’indagine penale per adescamento di minorenni è stata archiviata: può tornare al lavoro come impiegata amministrativa e le devono essere pagati anche gli stipendi arretrati non percepiti (circa 40mila euro)

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MODENA. Prima era stata sospesa, e poi era arrivato il licenziamento. Ora, però, dal Tribunale civile arriva una decisione che cambia (quasi) tutto, stabilendo il reintegro della prof come impiegata e il risarcimento per i due anni e mezzo di stipendio perso. La protagonista della vicenda è una professoressa dell’istituto Corni di Modena, che nel marzo del 2023 era stata sospesa e quindi licenziata dopo aver mostrato un video pornografico ai ragazzi del secondo anno. Ma ora, come rivela il Corriere della Sera, il Tribunale civile di Modena ha deciso che la prof dovrà essere reintegrata, non come insegnante, ma come amministrativa, ruolo che svolgeva inizialmente e dal quale si era messa in aspettativa dopo aver ricevuto l’incarico come insegnante di sostegno.

La vicenda

Facendo un passo indietro, la professoressa era stata licenziata per comportamenti ritenuti «lesivi della dignità degli studenti» dopo aver mostrato in aula un video nel quale aveva un rapporto sessuale con il compagno. Un comportamento che aveva avuto due conseguenze: dal punto di vista penale, la donna è finita sotto inchiesta per adescamento di minori, ma il procedimento è stato archiviato. Dal punto di vista del rapporto di lavoro, invece, la prof è stata prima sospesa e poi licenziata dalla scuola. Ebbene, nei giorni scorsi il giudice del lavoro del Tribunale civile di Modena ne ha stabilito il reintegro definitivo nel suo ruolo di assistente amministrativa, dal quale si era messa in aspettativa fino a giugno 2023, data del termine del suo contratto come insegnante di sostegno. Ma oltre al reintegro, il giudice ha anche disposto anche il pagamento di tutti gli stipendi arretrati da luglio 2023 a oggi, per una cifra vicina a 40mila euro. 

Il giudice

Ma perché è arrivata questa decisione del Tribunale? In sostanza, il giudice non contesta la congruità dell’allontanamento dall’insegnamento: «Tale condotta - si legge nella sentenza - costituisce, di per sé, valida motivazione per disporre la destituzione, considerata la gravità dei fatti commessi, posti in essere all’interno del plesso scolastico nell’ambito di una relazione con studenti minorenni. Si appalesa quindi proporzionata la sanzione della destituzione». Il giudice considera però i fatti di marzo 2023 legati alla sua attività di docente, e non al suo ruolo di amministrativa, che non prevede contatti con gli studenti. Il giudice, insomma, ha distinto i due aspetti, come prevede la giurisprudenza, confermando la destituzione come insegnante, ma prevedendo il suo reintegro come amministrativa.