La proposta: «Ponti sopra le tangenziali per l’attraversamento degli animali, così si evitano gli incidenti»
La “battaglia” di Piero Milani del Centro Fauna selvatica “Il Pettirosso”: «Servono i cavalcavia alberati che ci sono già negli altri Paesi d’Europa»
MODENA. «Non sono gli animali a invadere i nostri spazi, siamo noi che continuiamo a costruire infrastrutture e barriere occupando sempre più porzioni di natura. Da anni porto avanti la battaglia per costruire corridoi che permettano alla selvaggina di attraversare tangenziali e autostrade». Cavalcavia alberati sopra le strade. Proposta che può sembrare singolare, ma non per Piero Milani, presidente del Centro fauna selvatica il Pettirosso. «La maggior parte dei Paesi europei – spiega – ha già adottato questo tipo di infrastrutture per garantire la sicurezza di animali ed esseri umani». Il problema, del resto, va avanti da anni: sono numerose le segnalazioni di attraversamenti di animali selvatici sulle nostre strade. Virginia Ferroni, cittadina modenese, ha avvistato di recente «un gruppo di caprioli – spiega – a pochi metri dalla tangenziale a Baggiovara. Erano 4 o 5, in quel punto se ne vedono parecchi. Io rallento sempre, ma può essere pericoloso per gli automobilisti».
Gli incidenti
Numerosi sono gli incidenti provocati dallo schianto con animali selvatici. Nel 2021, ad esempio, una donna è morta a seguito dell’impatto con un capriolo: si tratta di Enrica Franchini, sassolese di 48 anni, colpita violentemente dal corpo dell’animale a Zola Predosa sull’A14.
La proposta
Ebbene, secondo Milani, «i cavalcavia alberati risolverebbero il problema, perché sono opere architettoniche che consentono alla fauna selvatica di attraversare in modo sicuro: sono in grado di salvare la vita a decine di animali. Il fenomeno degli avvistamenti è in aumento perché costruiamo sempre più strade – spiega Milani –: se noi andiamo contro la natura, poi ci presenterà il conto. Queste opere dovrebbero essere inserite nella progettazione complessiva delle nuove strade con i costi a carico del committente. È il contenuto di una direttiva europea entrata in vigore diversi anni fa che l’Italia non ha siglato. La tutela dell’habitat faunistico dovrebbe diventare un vincolo, alla pari di quelli urbanistici o paesaggisti. Per l’animale una tangenziale è una barriera, e sarebbe quindi portato a seguire il sovrappasso alberato. I caprioli, ad esempio, si avvicinano alle strade durante la notte, le attraversano fino a quando non aumenta il traffico alle prime ore dell’alba. A quel punto, spesso, rimangono intrappolati nei giardini e parchi. Siamo chiamati, a volte, a intervenire per soccorrere e “catturare” animali intrappolati nelle strade. Sono situazioni pericolose, che causano anche incidenti talvolta mortali. La colpa non è loro – conclude Milani –, il problema è la nostra visione della natura, considerata sempre più come strumento da sfruttare».
