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Inchiesta di Report sulla carne scaduta rimessa sul commercio: «Ecco gli sviluppi in Emilia Romagna»


	Il servizio di Report
Il servizio di Report

L’assessore alla Salute Massimo Fabi ha risposto a un’interrogazione di Paolo Burani (Avs) sul caso della Bervini Primo Srl, l’azienda di Salvaterra con stabilimento a Pietole nel Mantovano. Ats Val Padana ha disposto il ritiro dal mercato anche di 100 chili di carne destinati a un ristorante della provincia di Modena, già consumati

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MODENA. Paolo Burani, consigliere regionale di Avs, con un’interrogazione a risposta immediata nell’assemblea legislativa di oggi – martedì 16 dicembre – ha chiesto all’assessore alla Salute Massimo Fabi di fare chiarezza sulle presunte irregolarità nella gestione e trasformazione di carni bovine negli stabilimenti riconducibili alla Bervini Primo Srl, emerse dalle inchieste giornalistiche della trasmissione Report e sugli accertamenti in corso in materia di sicurezza alimentare.

L’interrogazione di Burani

«Le inchieste giornalistiche della trasmissione Report – Rai3, nei servizi “Non si butta via niente” (23 novembre 2025), “Il lotto magico” (30 novembre 2025) e “Allerta alimentare” (7 dicembre 2025), hanno portato alla luce presunte e gravissime irregolarità nella gestione e trasformazione di carni bovine riconducibili alla società Bervini Primo Srl, con sede legale a Salvaterra, frazione di Casalgrande, in provincia di Reggio Emilia e stabilimento operativo principale a Pietole, frazione di Borgo Virgilio, in provincia di Mantova».

Burani ha ricordato che le inchieste, sulla base di filmati, testimonianze di lavoratori e dichiarazioni della giornalista Giulia Innocenzi, hanno documentato: lo scongelamento di carni bovine provenienti da Paesi extra-Ue, stoccate talvolta da anni e in alcuni casi oltre la data di scadenza, tramite immersione in vasche d’acqua calda, una pratica non conforme ai protocolli HACCP e ai Regolamenti CE 852/2004 e 853/2004; la rimozione manuale delle parti deteriorate, scurite e maleodoranti, per rendere presentabile il prodotto residuo; il successivo ricondizionamento, talvolta con ricongelamento, e la creazione di nuovi lotti venduti come “carne fresca”, con potenziale falsificazione di origine, stato fisico e qualità sanitaria. Questa situazione, «ha innescato una serie di ispezioni congiunte da parte dei Servizi veterinari dell’Ausl di Reggio Emilia e del Nucleo antisofisticazioni e sanità (Nas) dei carabinieri di Parma nello stabilimento di Salvaterra», ha evidenziato il consigliere, che continua dicendo che tali controlli, effettuati tra ottobre e dicembre 2025, sono tuttora in corso, con esiti non ancora resi pubblici. «Nonostante la gravità delle presunte irregolarità e la distribuzione su scala nazionale, inclusa l’Emilia Romagna, – ha sottolineato l’esponente di Avs – il ministero della Salute non ha attivato alcun richiamo pubblico ai consumatori». Il quale ritiene che «la combinazione di scongelamento improprio, manipolazione e rietichettatura di carne scaduta configura un grave rischio per la salute pubblica e una frode commerciale di rilevanza penale – e - la tempestività dei controlli ufficiali appare criticabile». «È doveroso garantire massima trasparenza sui risultati delle ispezioni a Salvaterra e sui destinatari finali dei prodotti in Emilia Romagna», ha rimarcato Burani, chiedendo alla Giunta di fornire un aggiornamento sugli esiti di tali controlli, verificare se prodotti derivanti da questa filiera siano entrati in mense, Gdo o ristorazione regionale e valutare misure di informazione ai cittadini, anche a fronte della mancata attivazione di un richiamo pubblico da parte del ministero della Salute.

La risposta dell’assessore Fabi

«La domanda del consigliere Burani ci dà modo di aggiornare l’assemblea legislativa e i cittadini sugli sviluppi dell'inchiesta che è stata portata ad evidenza pubblica da varie trasmissioni televisive», ha risposto l'assessore alla Salute Massimo Fabi, sottolineando che le carni sono «destinate esclusivamente ai circuiti della ristorazione e della distribuzione al dettaglio e non alle mense scolastiche, ospedaliere e socio-sanitarie». Fabi ha poi spiegato che «nel corso delle indagini congiunte è stata ricostruita la tracciabilità di tutte le partite di carne provenienti da Paesi extra Unione europea congelate a Salvaterra trasferite a Pietole a partire da dicembre 2024 e successivamente rientrate a Salvaterra: su una parte di queste, l’Ats Val Padana ha disposto il ritiro dal mercato di circa 1500 chili destinati alla ristorazione su navi da crociera per le quali il ministero della Salute ha coordinato le attività; circa 100 chili destinati a un ristorante della provincia di Modena e questi sono già stati interamente consumati al momento della notifica; circa 3000 chili destinati ad una ditta produttrice di alimenti per animali da compagnia anch’essi già consumati. I servizi veterinari dell’Azienda Usl di Reggio Emilia hanno inoltre disposto il blocco ufficiale e il sequestro presso il deposito di Salvaterra delle altre carni provenienti dallo stabilimento di Pietole, una misura precauzionale in attesa degli esiti delle indagini congiunte dei servizi veterinari Nas e Procura della Repubblica».