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Il caso choc

Minaccia di morte sua moglie a Formigine: «Ti faccio a pezzi come il tavolo»

di Daniele Montanari
Minaccia di morte sua moglie a Formigine: «Ti faccio a pezzi come il tavolo»

La 39enne era terrorizzata dal 52enne, che ha patteggiato 2 anni

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FORMIGINE. Ha reso un incubo la vita della moglie picchiandola, insultandola e rivolgendole minacce da far rabbrividire. Anche che l’avrebbe ridotta «a pezzettini come il tavolo».

Protagonista della vicenda, un 52enne di origini marocchine, che viveva a Formigine assieme alla moglie, oggi 39enne. Dopo anni di angherie, la donna ha trovato la forza di denunciare l’uomo che, secondo l’accusa, ha avuto con lei comportamenti spaventosi, in particolare dal 2024 al 4 giugno 2025, quando è stato arrestato dai carabinieri. La donna ha descritto un clima di paura, sopraffazione e violenza, legato a lui che faceva da padrone in casa. Pretendeva che lei cucinasse e pulisse per lui perché la considerava la sua “badante”. Non contribuiva in nessun modo alle spese domestiche, a volte si assentava da casa per settimane senza dare nessuna spiegazione. Pretendeva che lei indossasse il velo islamico, altrimenti lui andava su tutte le furie.

Un incubo tra le mura di casa

Ma soprattutto, ha compiuto nei suoi confronti atti di violenza allucinanti, minacciandola ripetutamente di morte. Nell’aprile 2025 prese un grosso coltello, glielo appoggiò sul polso e le disse che se chiamava i carabinieri le avrebbe lasciato cicatrici in varie parti del corpo. Poi mandò in frantumi un tavolo in vetri dicendole una frase del tipo: «Adesso ti faccio a pezzetti come il tavolo». Cambiò anche la serratura di una camera da letto, a sua insaputa. Allontanato da casa in seguito all’applicazione del Codice rosso, a maggio danneggiò la porta per entrare. Pochi giorni dopo si presentò all’uscita da scuola del figlio spingendo la donna contro la portiera dell’auto e dicendole una frase del tipo: «Ti ammazzo, te lo giuro. Non lascio nessuno vivo: se non ti ammazzo, do fuoco al palazzo». E poi diversi altri episodi. Su consiglio del suo avvocato, Massimo Porta, l’uomo ha chiesto il patteggiamento: la pena è stata concordata ieri in 2 anni e 4 mesi. In più ha l’obbligo di dimora a Novi, dove abita ora.

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