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Il caso

Ricatta le influencer di Instagram e OnlyFans: Le Iene trovano “Sal” a Spilamberto e i carabinieri lo fermano

di Ginevramaria Bianchi

	Il ricattatore fermato dai carabinieri (Mediaset Infinity)
Il ricattatore fermato dai carabinieri (Mediaset Infinity)

Minacciava di cancellare i profili di decine di ragazze e chiedeva soldi. La trasmissione Mediaset lo ha trovato in un locale del paese facendo intervenire i militari

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SPILAMBERTO. Non aveva un volto famoso, né milioni di follower. Eppure, bastava il suo nickname a far tremare interi profili Instagram. Nel Far West dei social, lo spilambertese Sal (questo il suo nome sui social) era diventato l’incubo delle onlyfanser italiane. “Se ti prende di mira, sei finita”, raccontano le stesse ragazze. E non lo dicevano per dire. La storia che stiamo per raccontarvi è andata in onda martedì sera a Le Iene, e ricostruisce il sistema messo in piedi da un ragazzo che, per anni, ha terrorizzato creator donne attive su Instagram e OnlyFans. Un incubo finito con l’intervento dei carabinieri nel servizio tv trasmesso da Le Iene.

Il racconto

Alcune ragazze famose sui social definiscono questo ragazzo come un megalomane; uno che voleva le donne “ai suoi piedi”. E che, dicono, riusciva ogni giorno a far cancellare (bannare, in gergo social, ndr) decine profili. Il copione era quasi sempre lo stesso. Prima gli insulti pubblici sotto ai post. Poi il messaggio privato. «Non sapevo chi fosse – racconta un’influencer –. Un giorno, mi manda un punto esclamativo». Non una presentazione, ma un avvertimento. E l’inizio della fine. Da lì, partivano le richieste. Seguirlo. Mettere like. Commentare con cuori i suoi post. Piccoli gesti di devozione digitale. In cambio, la possibilità di continuare a esistere online: «Se non interagivi con lui, non potevi stare sui social», spiegano le ragazze. Sal, infatti, sembrava avere un potere reale. Segnalazioni mirate, contenuti fatti rimuovere, profili sospesi a raffica. Sempre donne. Sempre ragazze che lavoravano con OnlyFans. Al punto che, tra loro, si erano organizzate: si avvertivano, si consigliavano di stare al gioco per evitare guai peggiori.

E chi non cedeva, pagava: «Non l’ho seguito, non gli ho messo mi piace, e mi ha bannata – racconta una creator –. Mi ha sospeso il profilo solo perché non sono caduta nel ricatto». In alcuni casi, l’umiliazione diventava pubblica: countdown nelle storie, screenshot delle ragazze a cui aveva fatto chiudere l’account. Una messa alla gogna digitale che giocava con il loro lavoro. Perché per molte di loro Instagram non è vanità. È reddito: «Se non ho più il profilo non posso lavorare – spiega un’influencer –. Con le piattaforme mantengo me e la mia famiglia».

Un incubo

E Sal distruggeva, sì. Ma poteva anche restituire. A pagamento, ovviamente: «Mi ha chiesto 500 euro per ridarmi gli account – racconta una ragazza –. E poi voleva che pubblicassi una storia in cui lo ringraziavo, dicendo che era stato lui a sistemare tutto». E c’è chi ha pagato.
Anche se le conseguenze non erano solo economiche: «Per colpa della sua ossessione, ho perso la casa che avevo preso a Milano. Per la paura del futuro ho provato pure a suicidarmi. Gli mandavo le foto di quello che stavo per fare. Lui se n’è fregato. Ora sono in cura». Ma come fermarlo? Sal era attento a non lasciare tracce. Nessun indirizzo, nessuna base fissa. Così, la redazione de Le Iene ha deciso di usare contro di lui la sua stessa ossessione. Un’onlyfanser, in accordo con il programma, lo contatta dicendo di avere problemi con Instagram. Lui abbocca, e fissa un appuntamento a Spilamberto, in un bar. Davanti a lei, Sal si mostra sicuro, quasi orgoglioso. Lì, le chiede addirittura 450 euro per riattivare gli account. È in quel momento che arrivano gli inviati. Gli chiedono se pensa sia giusto quello che fa. Lui ride. Nega di farlo tutti i giorni. Poi dice di non voler parlare. Promette che smetterà. Ma è troppo tardi. Perché fuori dal bar ci sono... i carabinieri. E l’arresto arriva lì, in diretta, davanti alle telecamere.