Addio a “Roccia” Enrico Ferrari: «Uomo sempre attento al sociale, alla comunità e all’inclusione»
Volontario Caritas, anima instancabile delle Feste dell’Unità e presenza viva all’associazione di anziani “Vivere Insieme”, è morto il 19 dicembre. I figli Milena e Marco: «Uno degli ultimi veri e convinti comunisti, grande papà e lavoratore»
MODENA. «Il 19 dicembre, all’alba, “Roccia” Enrico Ferrari ha spento le luci». A darne annuncio solo oggi sono i figli Milena e Mirco che, per volontà del padre Enrico, lo fanno dopo alcuni giorni dalla morte.
Il ricordo dei figli
«Come nel titolo del libro che si è portato con sé, “L’ultimo spenga le luci” – scrivono i figli – il papà se n’è andato in silenzio, con la discrezione che lo ha sempre contraddistinto. Per sua volontà, solo oggi possiamo darne notizia, dopo che le sue ceneri sono tornate alla terra che ha tanto amato, proprio lì, nel suo orto: casa, rifugio, radice».
Chi era “Roccia”
I figli lo ricordano come «uno degli ultimi, veri e convinti comunisti. Giovanissimo pastore e staffetta della guerra sul nostro Appennino il papà era un uomo che ha sempre lavorato sodo, senza mai dimenticare il sociale, la comunità, l’inclusione». Volontario Caritas, anima instancabile delle Feste dell’Unità, è stato presenza viva all’associazione di anziani “Vivere Insieme”. «Il papà era un uomo capace di trarre il bello da ogni cosa, di trasformarlo in ironia e divertimento, anche quando la vita gli ha giocato brutti scherzi e imposto dolori profondi – concludono i figli – diceva che la sua età era inversamente proporzionale alla sua testa, e forse aveva ragione. È stato un grande papà e una roccia».
