Il sindaco di Sassuolo: «Moschea? Serve chiarezza dalle associazioni islamiche»
Mesini: «Dimostrino che non sono collegate ad Hamas»
SASSUOLO. «Siamo tutti parte lesa di fronte ai fatti recentemente emersi. La notizia che Sassuolo risulti coinvolta, anche solo marginalmente, in un’operazione antiterrorismo rivolta a una rete accusata di aver finanziato l’organizzazione Hamas deve farci riflettere seriamente e tenere sempre alta l’attenzione su ciò che accade nel nostro territorio». Così il sindaco Matteo Mesini sulla maxi operazione “Domino” sui finanziamenti ad Hamas che vede indagato anche un 52enne di Sassuolo, Adel Ibrahim Salameh Abu Rawwa.
L'intervento
«La legalità, il rispetto delle regole e la sicurezza delle nostre città - continua Mesini - non sono questioni negoziabili. Se venisse confermato che atti di solidarietà verso il popolo palestinese, anche da parte di persone legate alla nostra comunità, sono stati utilizzati per finanziare organizzazioni terroristiche, si tratterebbe di una situazione gravissima che non può essere sottovalutata. In tutto questo la politica non deve lasciare spazio a odio e strumentalizzazioni». Non manca il passaggio sul tema Moschea, che «continuerà ad essere affrontato secondo i principi di legalità e democrazia. Per questo mi aspetto grande collaborazione e chiarezza da parte delle associazioni islamiche attive sul nostro territorio. La città vuole garanzie chiare e trasparenti - continua il sindaco - che sul nostro territorio non vi siano dubbi, né associazioni né attività che possano essere collegate ad Hamas o ad altre organizzazioni coinvolte in terrorismo».
L'opposizione
Non si sono fatte attendere le stoccate da parte delle opposizioni. Davide Capezzera, capogruppo di Forza Italia sassolese, ha affermato: «Pur non facendone parte, sottolineano gli inquirenti, lui e altri due sono infatti accusati di aver finanziato l’associazione terroristica Hamas, assicurando con continuità un concreto supporto finanziario, operando anche per mezzo delle già citate associazioni. Proprio Sassuolo è stato al centro di un forte dibattito sulla possibilità che venga aperta la più grande moschea dell’Emilia-Romagna in città, come centrodestra abbiamo sempre chiesto che il rapporto tra istituzioni e comunità islamica avvenga con la maggior trasparenza possibile, nel rispetto della comunità di Sassuolo e delle nostre tradizioni. Questo proprio per contrastare fenomeni deviati come quello che è stato portato alla luce».
Luca Caselli, consigliere forzista, ha aggiunto: «Apprendiamo dal TG1 che il soggetto nella foto è stato arrestato oggi insieme ad altri 8 presunti terroristi islamici in una operazione del Gico che ha coinvolto alcune città italiane. Provate a indovinare dove si trovava costui? A Sassuolo. Adesso vorremmo anche sapere che rapporti aveva con le locali comunità islamiche e chi lo nascondeva. E vorremmo anche capire se gli 8 milioni di euro inviati dall’Italia ad Hamas sono stati raccolti anche qui e da chi. Vedremo poi cosa ci racconterà il sindaco, da sempre presente ad ogni manifestazione islamica in città e grande difensore del nuovo centro islamico ai Quadrati. Ci auguriamo infine che le istituzioni locali siano estranee da contatti, anche indiretti, con questa organizzazione» Claudia Severi, coordinatrice di Forza Italia a Sassuolo, aggiunge: «L’arresto di un soggetto legato al finanziamento attraverso associazioni al terrorismo islamico è un fatto inquietante. Senza alcuna generalizzazione né confusione tra fede religiosa e criminalità, ribadiamo con fermezza la nostra battaglia contro l’estremismo che sfrutta ogni spazio di ambiguità, e tanto più parandosi ignobilmente dietro la solidarietà, per agire e per finanziarsi. È innegabile - prosegue Claudia Severi - che i rischi di radicalizzazione e infiltrazioni esistono, e devono essere affrontati con serietà e responsabilità. Oggi però emerge un dato ancora più grave: flussi di denaro presentati come aiuto umanitario a Gaza sarebbero stati dirottati, tramite triangolazioni internazionali – conclude –, verso organizzazioni dichiarate illegali dallo Stato di Israele perché collegate ad Hamas».
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