Gazzetta di Modena

Arriva in stazione a Reggio Emilia il container per i senzatetto

Massimo Sesena
Arriva in stazione a Reggio Emilia il container per i senzatetto

Il progetto fa parte del protocollo d’intesa con Rfi per la riqualificazione dell’area. Dovrebbe sorgere nell’area tra i binari e via Eritrea e ospitare un ambulatorio

29 novembre 2024
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Reggio Emilia Il fuori programma voluto dal sindaco di Reggio Marco Massari, che mercoledì scorso ha portato il manager di Rfi Antonello Martino a firmare il protocollo per la riqualificazione della stazione storica, proprio all’interno della stazione, ha dato il segnale di quanto il Comune voglia prendere di petto il tema della sicurezza in quella zona della città.

La forma si è fatta, per una volta, sostanza, con la giunta Massari che ora può contare su un co-finanziamento da parte di Rete Ferroviaria Italiana per la riqualificazione della zona antistante la stazione, per un importo che dovrebbe aggirarsi attorno ai 600mila euro (il contributo che Rfi riconosce a tutte le aree attorno alle stazioni che necessitano di restyling).

Soldi che fanno comodo, non c’è dubbio, per una giunta, quella guidata da Massari che ha messo il tema della sicurezza nella zona della stazione storica in cima alla lista degli obiettivi di mandato. Parole, ma anche gesti – come la firma dell’impegno di Rfi –, portati nel cuore del problema. Parole, gesti, ma anche atti concreti, come la prima riunione operativa che si è svolta mercoledì sera subito dopo la “messa cantata” in favore di telecamere e fotografi dei gruppi di lavoro da tempo chiamati a occuparsi delle ferite della zona della stazione.

Il punto di partenza

Non si parte da zero. Uno dei primi atti del sindaco Massari è stato quello di censire tutte le attività nate nella zona, spesso in maniera spontanea e quasi mai coordinate. E lo ha fatto attraverso il lavoro della dirigente comunale (area servizi alla persona) Daniela Scrittore. Un’azione diventata a questo punto della storia, assolutamente irrinunciabile, soprattutto perché su una cosa Massari sembra avere le idee chiarissime: la regia di tutto quello che dovesse nascere o svilupparsi nel quartiere deve essere del Comune. Certo, gli attori saranno molteplici, i residenti avranno la possibilità di tornare a essere protagonisti, ma la rotta dovrà deciderla il Comune.

Il container ambulatorio

E il primo segno concreto di questa serie di azioni da mettere in campo tra via Turri, piazzale Marconi, viale IV Novembre e via Eritrea si materializzerà in quel presidio socio-sanitario che sorgerà nei prossimi mesi all’interno dell’area oggi di proprietà di Rfi. Si tratta probabilmente di quell’area a ovest che costeggia i binari della linea Milano-Bologna, tra il Dopolavoro Ferroviario e l’edificio delle Poste che ha l’ingresso su piazzale Marconi. Nei prossimi mesi, in quell’area, troverà spazio un container che ospiterà una sorta di presidio socio sanitario. I destinatari di quel presidio sono gli “invisibili” che abitano quella zona, dormono per strada, vivono di espedienti e, il più delle volte sono schiavi del crack, una droga che in quella zona dilaga ormai da anni e che è tra le principali cause degli episodi di criminalità che si registrano quasi tutti i giorni.

In questo senso, rompendo un tabù che a Reggio resisteva da anni, il sindaco Marco Massari si è subito associato alla richiesta della prefetta Maria Rita Cocciufa dell’invio dell’esercito per presidiare le strade cittadine.

Il container invece è una prima risposta a quella che viene definita la grave emarginazione adulta. Di questa particolare condizione delle persone, girando per le vie attorno alla stazione, ci si imbatte in un campionario variegato, spesso tenuto insieme proprio da storie di dipendenza.

E proprio sul versante del contrasto alle dipendenze potrebbero arrivare nei prossimi mesi le idee più innovative, come quelle di creare «zone di decompressione» in cui la persona dipendente dal crack eviti di dare sfogo alla propria aggressività e trovi invece un riparo, smaltendo così l’effetto della sostanza senza fare danni a se stessi o agli altri, zone in cui le persone possono anche ricevere aiuto e assistenza per rifocillarsi o ripararsi dal freddo. Invero, per una operazione di questo tipo servono passaggi tecnici, ma anche e soprattutto politici. I soldi da investire ci sono: sono quelli arrivati nell’ambito del Pnrr, che dovrebbero portare alla creazione di un centro di servizi per combattere la grave emarginazione adulta.


Il centro dei servizi, secondo i piani originari dovrebbe sorgere nella zona di via Kennedy, ovvero dall’altra parte della città, ma non si esclude che il Comune, deciso a non lasciare nulla di intentato decida di investire parte di quei fondi proprio sulla zona stazione, utilizzando il progetto del container come una sorta di cartina di tornasole per vedere quali potranno essere i riscontri di questa operazione.

In attesa che il governo risponda sul tema dell’invio dell’Esercito, la giunta Massari ha messo comunque in preventivo, ad esempio, un piano anti-degrado, fatto di pulizie straordinarie come del resto si conviene a Natale, che va di pari passo con un’azione che chiama in causa direttamente i residenti e le loro condotte, soprattutto sul tema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Perché anche questo è un tema caldo, in quella zona, dove il Comune ha intenzione di intervenire con decisione, per far rispettare normali regole alla base di una qualsiasi convivenza.

Di certo, quello che la giunta non vuole che passi è che in certe zone della città le regole sono saltate. Di fatto, anche questo della necessità di un maggiore decoro sarà uno dei temi su cui dovrà cercare soluzioni l’Unità di progetto che nascerà con l’anno nuovo e che metterà attorno a un tavolo, tecnici, amministratori, operatori socio-sanitari e privato sociale.