Gazzetta di Modena

L’intervista all’ex premier

«Incerti oggi vorrebbe un M5S in lotta per i diritti degli ultimi»

Gabriele Farina
«Incerti oggi vorrebbe un M5S in lotta per i diritti degli ultimi»

Il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte discute di temi reggiani: «Cispadana sproporzionata. Chiarezza su Silk Faw. Fondamentale la legalità»

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Reggio Emilia I dubbi su Silk Faw. Il “no” a un’autostrada Cispadana «sproporzionata» e al Partito democratico con l’attuale dirigenza del Pd «che ha tradito il campo progressista». I punti nascita come «servizi essenziali». L’ex premier Giuseppe Conte, oggi presidente del Movimento 5 Stelle, interviene nel dibattito politico reggiano, regionale e nazionale.

Lei ha esordito come premier in un Paese segnato dalla pandemia. Come giudica la gestione dell'emergenza sanitaria da parte dei suoi governi e del governo Draghi?

«Ricordo ancora quei giorni difficili e il senso di responsabilità enorme sulle spalle per decisioni che sapevo avrebbero avuto un impatto enorme sulla vita degli italiani. Abbiamo sempre modulato ogni misura in base all'andamento epidemiologico, con proporzionalità. Considerando che questa pandemia è stata un evento eccezionale, rispetto a cui non avevamo precedenti a cui far riferimento, posso dire che la macchina dello Stato ha dato prova di avere capacità di azione e reazione in tempi rapidi».

Negli anni in cui è stato al governo, il M5S ha puntato su cavalli di battaglia quali reddito di cittadinanza, taglio dei parlamentari e codice rosso. Quale ritiene sia l'eredità della diciottesima legislatura?

«Abbiamo rimesso al centro dell'azione del governo l'agenda sociale, il welfare, abbiamo teso la mano ai cittadini in difficoltà e ristabilito un principio di maggiore equità. Tutto questo senza far mai mancare il nostro concreto sostegno al mondo imprenditoriale. Oltre ai provvedimenti che lei ha citato, vorrei ricordare il decreto Dignità, che ha messo un argine al proliferare dei contratti a termine, la legge Spazzacorrotti e il superbonus edilizio, una misura che ha creato crescita, aumento del Pil ed è stata un’occasione per le famiglie e le aziende di operare nel rispetto dell’ambiente e della sostenibilità. Infine, voglio ricordare che dopo anni di tagli a sanità e scuola con i governi guidati dal Movimento si è tornati a investire in quei comparti».

Alle elezioni del 2018 il M5S è stato votato da circa un italiano su tre. I sondaggi della settimana scorsa si attestavano intorno al 10 per cento e oltre cento parlamentari pentastellati hanno cambiato casacca. Come si può spiegare tale debacle?

«Non ci siamo mai fermati a guardare i sondaggi, ma oggi intorno a questo nuovo corso sentiamo un rinnovato entusiasmo che sto toccando con mano anche in questi giorni di campagna elettorale. Non rispondo delle scelte di chi ha cambiato casacca, abbandonando le battaglie del Movimento, per calcolo o semplicemente perché rispettare le nostre regole interne e i nostri valori è faticoso. So per certo che chi è rimasto crede fortemente nel Movimento, è motivato e non usa la nostra comunità, ma si mette al suo servizio».

Come invertire la tendenza?

«Per quanto mi riguarda si è già invertita: sento tanta voglia da parte delle persone di partecipare, dare un contributo, offrire soluzioni. È già una vittoria e la premessa indispensabile a qualunque risultato».

Scorrendo i nomi dei candidati del M5S in Emilia Romagna si trovano avvocati e giudici in prima linea contro la criminalità organizzata. Una scelta precisa di campo?

«Assolutamente sì. La presenza nelle liste del Movimento 5 Stelle da parte di illustri personalità, come l’ex Procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho, manifesta chiaramente la nostra precisa volontà di contrastare la criminalità organizzata. Il M5S ha nel proprio Dna il senso della legalità, della giustizia, l'obiettivo di contrasto a tutte le forme di criminalità organizzata, fenomeno che non si può mai sottovalutare e che riguarda anche il Nord, come dimostra anche il processo Aemilia».

L'Emilia Romagna è governata da Stefano Bonaccini, possibile nuovo segretario del Pd. In caso positivo, un dialogo tra Movimento e Pd potrebbe essere possibile?

«Non mi piace né fare pronostici, né guardare in casa d’altri. Le posso dire però con certezza che con l'attuale dirigenza del Pd, che ha tradito il campo progressista per sposare l'agenda Draghi, non ci sono più margini per dialogare».

In Emilia Romagna tiene banco il tema della Cispadana, su cui il M5S si oppone da tempo. Quale può essere un impegno in merito?

«Il vostro territorio attende la realizzazione di un'infrastruttura di collegamento da lungo tempo, ma il progetto della Cispadana appare sproporzionato rispetto alle esigenze del territorio, oltre ad avere costi molti elevati che continuano a lievitare. Il Movimento qui da sempre ha sostenuto la realizzazione di una strada a scorrimento veloce che connetta tratte già parzialmente esistenti tra Ferrara e Parma. Si tratterebbe di un intervento meno oneroso, meno impattante e di più rapida realizzazione».

E sui punti nascita?

«Se vogliamo che le aree interne non si spopolino è indispensabile garantire ai cittadini che vivono in quei territori i servizi essenziali. Su questo tema, che riguarda tanta parte del nostro Paese, negli ultimi anni è cresciuta la sensibilità nelle istituzioni ma bisogna fare di più. I diritti dei cittadini vanno tutelati, in ogni contesto».

A Reggio Emilia è previsto il mega impianto Silk Faw con capitali statunitensi e cinesi, su cui il M5S si è opposto a livello locale. Ritiene possa essere un'occasione di sviluppo?

«So che qui sul territorio il Movimento ha posto sotto la lente questa vicenda e che i nostri esponenti sollevano perplessità sia riguardo all'impatto sul consumo di suolo sia rispetto alla mancanza di chiarezza su aspetti che riguardano gli investitori. Ritengo che per prima cosa dunque i dubbi vadano dissipati con trasparenza. Per quanto riguarda le occasioni di sviluppo, ritengo che per prima cosa si debba scongiurare l'impoverimento del vostro territorio sostenendo le aziende storiche reggiane, oggi in grande sofferenza».

Quali saranno le priorità di Conte, se eletto parlamentare?

«La stella polare della mia azione, come quando ero alla guida del governo, sarà lavorare nell’interesse dei cittadini, mettendo al primo posto la giustizia sociale. Si deve partire dal serio contrasto al caro bollette per passare a misure strutturali come il salario minimo legale, l'abolizione dell'Irap e il taglio del cuneo fiscale per le imprese, la realizzazione della transizione energetica».

Il M5S esclude le alleanze, come fatto nel 2018. Poi sono seguiti i governi gialloverdi e giallorossi. Stavolta cosa ci sarà di diverso?

«Ricorderà che eravamo in una situazione di stallo, con il rischio di non riuscire a dare un governo al Paese e tornare alle urne. Per questo decidemmo di fare un governo con la Lega basato su un contratto scritto e questo ci ha permesso di approvare leggi come il reddito di cittadinanza e la Spazzacorrotti. Poi il governo si concluse per responsabilità di Salvini e del suo Papeete. Il Conte II partiva su presupposti diversi, su una maggiore sintonia con gli alleati, che ci ha permesso di gestire in maniera seria la pandemia. Oggi corriamo da soli e non ci vedrete in governi di larghe intese».

Un ultimo pensiero per il nostro Matteo Incerti: che Movimento vorrebbe oggi?

«Un Movimento che continui ad essere una comunità aperta, entusiasta, che si batte per i diritti degli ultimi e di coloro che troppo spesso non hanno parola. Un Movimento impegnato a perseguire testardamente la transizione ecologica e che continua a piantare alberi, come segnale di speranza e resilienza. Matteo ci dona questa eredità. E manca moltissimo a tutta la nostra comunità».