Sostituito lo sterno a una paziente a Baggiovara, solo tre interventi simili in Italia
L’intervento di otto ore è stato svolto dalla Chirurgia toracica. La paziente una 68enne di origine ucraine: «Se avessi detto no, sarei morta»
MODENA. «Grazie, perché ancora sto qui con voi, in questo mondo». Commossa, è entrata nella sala Pellegrino Vecchiati dell’ospedale civile di Baggiovara con un ringraziamento sulla punta delle labbra ed una gratitudine che cercava di esprimere, faticando a trovare le parole per l’emozione. Ieri mattina, martedì 14 ottobre, ha voluto esserci alla conferenza stampa su un innovativo intervento di sostituzione quasi completa dello sterno. Sì, perché la persona in questione era proprio lei.
Soddisfazione
La signora Natalia, una donna di 68 anni di origine ucraina, è stata accolta con un applauso dall’equipe di chirurghi, anestesisti, infermieri ed altri sanitari che se ne sono presi cura in sala operatoria, come durante tutto il percorso di programmazione dell’intervento e di ripresa. Ad avercela fatta non è solo Natalia, ma anche i professionisti dell’ospedale di Baggiovara, che hanno ancora dato concretezza a una sfida in ambito medico e a un sogno di guarigione.
Il quadro medico
Roberto Sabbatini, oncologo modenese e responsabile del Day Hospital di Oncologia, conosceva la paziente dal 2006, anno dell’esordio della malattia. Natalia, all’epoca sottoposta a chirurgia e chemioterapia, ebbe la prima recidiva nel 2009. Nulla è più emerso dai controlli fino alla primavera 2025, quando è stata individuata una tumefazione a livello toracico: «La biopsia confermava la recidiva della neoplasia anomala a basso grado, ovvero di limitata aggressività, ma dalla scarsa responsività alla chemioterapia». Per questo, la chirurgia ha rappresentato la strategia migliore per intervenire.
L’intervento
Si è dovuto asportare quasi la totalità dello sterno, insieme ai monconi costali, così come parte del diaframma, del pericardio e del polmone destro. Inoltre, è stato necessario l’utilizzo di «una protesi in titanio non solo per quanto riguarda la struttura scheletrica del torace, sterno e coste, ma anche per gli organi. I chirurghi toracici, hanno determinato una ricostruzione di queste aree e, solo a copertura, hanno messo la protesi», realizzata ad hoc per la paziente e funzionale per la «meccanica respiratoria», ha spiegato Massimo Pinelli, direttore della Chirurgia plastica e ricostruttiva. «La protesi, però, non può rimanere al di sotto del piano cutaneo, in quanto ha un effetto meccanico lesivo e potrebbe determinare l'apertura delle incisioni chirurgiche ed una successiva infezione: è stata, quindi, ricoperta con tessuto muscolare». L’intervento, risalente a poco più di trenta giorni fa, è durato circa otto ore e ha richiesto grande competenza, multidisciplinarietà, collaborazione e sinergia tra tutti i componenti dell’équipe.
Pochi casi in Italia
«È la terza volta che viene eseguito in Italia – ha detto Pier Luigi Filosso, direttore della Chirurgia toracica – Un anno fa abbiamo effettuato un intervento di sostituzione dello sterno in un paziente. Stavolta la protesi è molto più grande e abbiamo dovuto asportare e sostituire una quantità maggiore di tessuto di osso sternale e di coste». «Subito ho risposto: “Sì” – ha raccontato la signora Natalia, ricordando la proposta di Filosso e del team – «Sapevo che se avessi detto: “No, mi, mo, ma”, la mia vita sarebbe finita».
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