Il Caffè del Teatro di Carpi torna a vivere: «Sarà un posto aperto alle idee»
Il nuovo gestore Vincenzo Di Napoli, titolare della V Studio: «Uno spazio che si evolverà con la città»
CARPI. Dopo troppi anni di silenzio, il Caffè del Teatro di Carpi sta finalmente per tornare a vivere. La sua gestione, in piazza Martiri, è stata aggiudicata in via provvisoria a Vincenzo Di Napoli della V Studio srl, imprenditore carpigiano dal respiro internazionale. La sua offerta di 16mila euro ha superato di appena 40 euro quella della società concorrente, risultando così vincente al bando comunale.
Il progetto
Un dettaglio di pochi euro, ma sufficiente a cambiare il destino di uno dei locali più attesi della città. Per Di Napoli, fondatore di un’azienda che produce accessori di moda in metallo e con alle spalle un percorso professionale tra Londra, Parigi e New York, il progetto va ben oltre la semplice ristorazione: «Voglio creare un luogo dove si fa arte e cultura, musicale e non solo. Un locale serale, un lounge, un piccolo jazz club. Un posto aperto alle idee, alle collaborazioni e alle persone», racconta.
La passione per la ristorazione affonda le radici nella sua storia personale: «Ho sempre avuto questa vocazione. I miei genitori avevano un locale nel Mantovano e ho iniziato lì, molto giovane. Poi, per un caso fortunato, un cliente del ristorante mi propose di lavorare nel settore moda, e da vent’anni è diventato il mio mondo. Ma quella voglia di accogliere e creare esperienze non mi è mai passata».
Di Napoli, oggi diviso tra Carpi e New York, dove mantiene casa e ufficio, vede in questo progetto un ritorno alle origini, un modo per costruire qualcosa di stabile dopo anni di viaggi e business internazionali: «Il settore moda è bellissimo, ma dopo tanto tempo sentivo il bisogno di un’attività più legata al territorio. Questo locale sarà un modo per radicarmi di più, per restare a Carpi e restituire qualcosa alla città in cui sono nato».
Il futuro
L’obiettivo è ambizioso: trasformare il Caffè del Teatro in un laboratorio culturale vivo, un crocevia di incontri, eventi, mostre e performance. Il concept prevede una programmazione artistica dinamica, aperta anche alle proposte dei cittadini: «Chiunque potrà proporre un evento o un artista. Non vogliamo un locale chiuso nella nostra visione, ma uno spazio che si evolve insieme alla città. Per me la collaborazione tra locali e con le persone è la base di tutto.
Io lo vedo come un luogo di business, nel senso più ampio e positivo del termine: un’opportunità per servire il pubblico del teatro, che viene agli spettacoli e cerca un posto accogliente dove fermarsi prima o dopo, ma anche un’occasione per incontrare persone nuove, creare connessioni, intrecciare mondi diversi», spiega Di Napoli. Anche la ristorazione seguirà una filosofia innovativa.
Oltre a un menù curato dal personale interno, il locale ospiterà chef ospiti a rotazione, che porteranno di volta in volta la loro cucina e la loro storia.
«Sarà un’esperienza per il cliente, ma anche per chi lavora — sottolinea —. Valorizzare le persone è la chiave. Per quanto riguarda la tempistica, toccherà attendere Marzo, in coincidenza con la primavera: «Il dehors sarà una parte importante dell’esperienza. Aprire in quella stagione ci permetterà di sfruttarlo al meglio».
L'impegno
Sul fronte istituzionale, il rapporto con il Comune procede con spirito di collaborazione: «Abbiamo avuto diversi contatti e scambi di documentazione, tutto nella massima trasparenza. Attualmente stiamo producendo altri documenti per il Comune – spiega – perché, dopo la vittoria del bando, serve completare l’iter per arrivare alla firma definitiva. Ci sarà poi da lavorare con la Soprintendenza, dato che si tratta di un locale storico: c’è una tavola colori da rispettare e tutta una serie di vincoli da seguire. Per questo collaboreremo con un architetto per progettare gli interni nel pieno rispetto del contesto».
Alla domanda su chi offrirà il primo caffè, Di Napoli sorride: «Al sindaco, naturalmente».
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