La scure della Corte dei Conti su Seta: «A Modena situazioni patologiche»
Le bordate del presidente Pozzato al convegno sulle società partecipate
MODENA. Qualcuno si è portato i popcorn, e senza dubbio non è rimasto deluso. Qualcun altro invece era un po’ teso, e gli scambi di sguardi durante l’intervento del presidente sono stati piuttosto eloquenti. Succede nella sede della Provincia di Modena, dove giovedì 27 novembre il presidente della sezione Controllo della Corte dei Conti dell’Emilia Romagna Marcovalerio Pozzato ha partecipato a un convegno dedicato alle società partecipate da Comuni e Provincia. Un incontro molto partecipato, con la presenza in sala dei sindaci Mezzetti (Modena), Righi (Carpi), Budri (Mirandola) e Bagni (Soliera), oltre al presidente della Provincia Fabio Braglia.
«La sostenibilità deborda nel lucro»
Ma è stato l’intervento del presidente Pozzato a catalizzare l’attenzione, anche perché la scure della Corte dei Conti sulle partecipate modenesi si è già fatta sentire da tempo, con critiche sull’eccessivo peso dei soci privati nella gestione delle società e sul fatto che le esigenze economiche e industriali dei privati abbiano quasi sempre messo in secondo piano le necessità dei cittadini e la qualità dei servizi. «Quando parliamo di società partecipate - ha detto Pozzato nel suo intervento - parliamo di territori di confine tra il pubblico e il privato, ma i bisogni essenziali del cittadino di oggi potrebbero essere molto differenti da quelli di 60 anni fa».
A questo punto, il presidente della Corte dei Conti regionale ha ricordato che «la partecipazione è strettamente correlata alla soddisfazione dei bisogni essenziali dei cittadini». E qui le critiche di Pozzato alla gestione delle partecipate modenesi si sono fatte più aspre: «In alcuni casi - ha detto - la sostenibilità economica deborda nel fine di lucro, e nel momento in cui assistiamo a un aziendalismo spinto, i bisogni dei cittadini rischiano».
Le critiche specifiche su Modena
In un crescendo di bordate, il presidente ha parlato esplicitamente dell’azienda di trasporto pubblico Seta: «ll problema - queste le sue parole - è nato con l’introduzione di soggetti diversi rispetto ai tre soggetti originari che si sono uniti. Nel momento in cui entrano altri soggetti, questi esprimono altri tipi di esigenze rispetto a quelle territoriali, ovvero esigenze industriali, che sono del tutto estranee al tema originario, quello di dare al cittadino modenese un servizio rispondente alle sue aspettative».
In sostanza, l’accusa è quella di aver affidato il comando di un servizio pubblico essenziale al socio privato - la bolognese Tper, sia direttamente, sia attraverso Herm, di cui Tper ha il 95% - che tecnicamente rappresenta la minoranza degli azionisti, dal momento che il 50,51% delle quote sono in mano agli enti pubblici.
Quindi, un’ulteriore bordata sulla deriva privatistica delle società partecipate e in particolare su Seta: «A Modena - ha aggiunto il presidente - sono emerse situazioni critiche e patologiche, perché qui il territorio ha avuto il coraggio di affrontarle». Ma cosa dovrebbero fare dunque gli enti locali per cambiare le cose e riportare l’interesse pubblico al centro della gestione delle società partecipate? «Io non sono un amministratore - ha chiuso Pozzato - e non vi dirò mai cosa dovete fare, ma vi dirò solo se è conforme alla legge». Un avvertimento piuttosto significativo, soprattutto nel momento in cui in Regione si gioca la partita sul futuro del trasporto pubblico, che potrebbe essere rappresentato dalla holding che unirà tutte le aziende provinciali - Parma a parte - sotto la guida della stessa Tper. l
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