Andrea Cavallari, la madre e un amico indagati per l’evasione dal carcere della Dozza
Il 26enne di Bomporto, condannato per la strage di Corinaldo, era scappato in Spagna lo scorso luglio dopo aver ottenuto un permesso per laurearsi in Scienze giuridiche all’Università di Bologna
BOMPORTO. La madre di Andrea Cavallari è indagata per favoreggiamento dell’evasione dal carcere della Dozza.
L’evasione dopo la laurea
Lo scorso 3 luglio il giovane condannato per la strage di Corinaldo ha sfruttato un permesso per scappare in Spagna. Cavallari era fuori per discutere la tesi di laurea in Scienze giuridiche. Come riportato dal Corriere di Bologna, gli inquirenti ne hanno ricostruito gli spostamenti. Il bomportese di 26 anni è stato prelevato in auto dalla madre. Dopo la laurea ha pranzato in un ristorante con la madre, il patrigno e la nonna materna. Il giovane si è allontanato, dicendo di dover incontrare un amico. Non era in carcere alle 18, quando è scaduto il permesso. È stato poi ritrovato e arrestato il 17 luglio a Lloret de Mar (Spagna).
Le indagini sulla fuga
I carabinieri e gli agenti dei rispettivi nuclei investigativi hanno ricostruito che al ristorante Cavallari aveva due telefonini diversi da quelli al centro di un’altra inchiesta sui cellulari in carcere. Ne sono contestati quattro con schede Sim intestate a stranieri. Cavallari li avrebbe usati per chiamare la madre, la nonna e l’ex fidanzata. Il pubblico ministero ha scritto nel registro degli indagati i nomi della madre del detenuto e anche quello di un amico di lui. Cavallari lo avrebbe incontrato ad Ancona, consegnandoli soldi falsi e documenti contraffatti con cui è stato trovato in Spagna. Gli inquirenti ne hanno seguito le tracce da Bologna a Milano, dove sarebbe arrivato con un noleggio con conducente pagato in contanti. Dal capoluogo lombardo sarebbe arrivato al confine francese con un servizio di trasporto condiviso. Arrivato in Spagna, si sarebbe disfatto dei cellulari che aveva in Italia, acquistando altri dispositivi. Gli inquirenti hanno ricostruito due canali in particolare: uno con l’amico indagato, l’altro con un altro detenuto in carcere a Ferrara per la strage di Corinaldo, Moez Akari, che avrebbe progettato la fuga con un permesso per lavoro. Le forze dell’ordine hanno seguito le tracce dei due telefonini e quindi di una carta di credito ricaricabile attivata poco prima dell’evasione. La tessera era intestata a una donna e sarebbe stata ricaricata anche durante la latitanza da alcuni complici. Gli inquirenti stanno ricostruendo gli spostamenti di denaro. Si tratterebbe di somme piccole, ma frequenti, grazie a cui l’evaso ha potuto trascorrere due settimane di latitanza in Spagna.
La condanna da scontare
Cavallari è stato condannato in via definitiva a undici anni e dieci mesi per la strage di Corinaldo. Sei persone sono morte l’8 dicembre 2018 nella calca della discoteca Lanterna Azzurra dopo che il giovane e il gruppo ha spruzzato spray al peperoncino nel locale. Dovrà rispondere anche di evasione e accesso abusivo a dispositivi di comunicazione all’interno del carcere.
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