Il Natale in Appennino ha il sapore dei tortellini di castagne
L’8 dicembre in piazza della Repubblica con gli stand di “Carpineti da vivere” per assaggiare il dolce simbolo del Crinale
Carpineti In Appennino il Natale ha il profumo della castagne. I tortellini di castagne, dolci, morbidi, avvolti da una spolverata di zucchero a velo, raccontano la storia di un territorio che si preparava all’inverno attorno al fuoco e alle cose buone. Un tempo, preparare il ripieno era un lavoro lungo, quasi meditativo. Quaranta giorni prima di Natale si iniziava con le castagne secche, fatte rinvenire e trasformate in una pasta densa e profumata. Poi, giorno dopo giorno, si aggiungevano gli altri ingredienti: le noci abbrustolite, l’uva sultanina, lo zucchero, il savurett di mele cotogne, il sassolino. Una ricetta che cresceva come cresce l’attesa delle feste, segnata dall’impazienza dei bambini e dalla pazienza delle mani esperte. Quando il “pesto” era pronto, veniva chiuso nella pasta frolla, che un tempo si friggeva nello strutto e oggi si preferiscono fritture più leggere e cotture al forno. Il risultato resta lo stesso: un boccone che è insieme dolce e rustico, semplice, ma ricco, figlio di una tradizione che non si lascia dimenticare.
I tortellini arrivavano sulle tavole la sera della Vigilia, dopo la messa. E il giorno di Natale. Oggi i tempi si sono accorciati: la modernità entra nelle cucine e il calendario del gusto si anticipa. Già alla fine di novembre i tortellini di castagne compaiono sulle tavole, nei forni, nelle sagre che aprono la stagione delle feste tra bancarelle, vin brulè e mani infreddolite che cercano calore in un cartoccio profumato. I tortellini di castagne saranno protagonisti l’8 dicembre, a Carpineti, negli stand di “Carpineti da vivere” in piazza della Repubblica. Ci si ritrova, si chiacchiera, si assaggia, si torna a casa con una vaschetta di tortellini. Fino a pochi anni fa un concorso premiava quello più buono: una sfida bonaria che celebrava il sapere delle rezdore e il valore della comunità. Questi dolci sono un simbolo: parlano di un territorio che difende ciò che ha di più prezioso. Parlano dei castagneti e ricordano quanto il frutto della castagna in un passato più remoto e difficile sia stata sostentamento per generazioni. Parlano della fatica e dell’orgoglio di chi non vuole che la propria storia svanisca nel silenzio delle cucine moderne.
