Il sindaco Massari: «Non è il Comune che ha fermato il polo della moda. Reggio Emilia non è una città in crisi e la cura è un atto di coraggio»
Dopo l’attacco degli Industriali sul caso Max Mara, la replica del primo cittadino all’editoriale del nostro direttore: «Non possiamo ignorare le critiche di Anceschi, ma non ha senso riaprire una pagina alle spalle»
Caro direttore, ho letto con attenzione il suo editoriale nel quale ci sprona ad avere maggiore coraggio per il bene di Reggio e dei reggiani. Desidero quindi condividere con lei, con le sue lettrici e con i suoi lettori, alcune riflessioni in una fase nella quale le parole della Presidente di Confindustria costituiscono senza dubbio, come lei ha giustamente sottolineato, un fatto. Non inedito ma certamente un fatto. Credo sia fondamentale esplicitare che Reggio non è affatto una città in crisi e che ha davanti a sé più opportunità che ombre. Lo dicono le recenti classifiche condotte da importanti testate nazionali, con la collaborazione di istituti universitari, e lo dice il report sulla Coesione sociale condotto dalla Camera di Commercio. Non posso ovviamente ignorare le critiche della Presidente di Confindustria Anceschi, da cui anche lei muove le sue riflessioni. Le trovo ingiuste e infondate per due motivi: non è il Comune che ha fermato il Polo della Moda ma l’imprenditore e in questi mesi, come ha spiegato bene l’assessore Pasini, il dialogo e la collaborazione con le imprese è stato intenso e i rapporti con i dirigenti di Confindustria sono stati continuativi. Ci sono molti progetti in cantiere, tante imprese stanno scegliendo il nostro territorio per investire e per creare, di conseguenza, opportunità di lavoro.
Mi chiedo pertanto che senso abbia riaprire una pagina che è alle nostre spalle invece di lavorare insieme ai prossimi obiettivi comuni, come ad esempio il rafforzamento dell’Università a Reggio, capitolo fondamentale per rispondere alla richiesta di attrazione di talenti che arriva da molte imprese. Le indagini di cui ho parlato in precedenza raccontano di una città nella parte alta delle classifiche e che migliora; una città che deve affrontare problemi spesso simili a quelli di tante città del nord. Per di più, i punti di eccellenza di Reggio riguardano proprio l’economia, il reddito e i consumi, con un tratto di equità tra i migliori del Paese. Quindi proprio i temi che sono più cari alle associazioni economiche. Credo sia invece necessario per gli amministratori pubblici e per gli attori economici e sociali della città confrontarsi sui temi più critici che emergono da queste indagini e dalla nostra quotidianità, in particolare mobilità e ambiente da un lato e sicurezza dei cittadini dall’altro.
La premessa è però d’obbligo ed è legata alla cura. Come sa benissimo, sono un medico e credo nel valore della cura – intesa come cura delle città e delle persone – tanto da connotare così il mio primo mandato da sindaco. Nella ferma volontà di giocare le partite dello sviluppo della città, insieme e non contro tutte le realtà che hanno a cuore le nostre prospettive, non abbandoneremo ciò che rende Reggio una delle città più vivibili d’Italia: i servizi educativi e sociali di qualità, la partecipazione e l’attenzione al territorio. Centro storico, quartieri e frazioni. La cura, caro direttore, è dal mio punto di vista, un atto di coraggio verso la città e i suoi cittadini, in primis i più fragili.
Mobilità e ambiente
Il tema intreccia dinamiche locali e globali: dal cambiamento climatico alla posizione geografica della nostra città nel corridoio di maggior traffico del Paese. Reggio gode di collegamenti importanti grazie ai caselli autostradali e alla stazione AV, ma soffre per infrastrutture incomplete: mancano alcuni assi Nord-Sud e un anello tangenziale ampio, come invece hanno Parma e Modena. Nei prossimi 12-24 mesi saranno completati diversi interventi: Tangenziale Nord, tangenziale di Fogliano e nuovi sottopassi. Altri progetti richiedono risorse nazionali: il casello Reggio Sud–Correggio, la bretella Sassuolo–Campogalliano, la via Emilia bis verso Parma e un nuovo asse Ovest collegato alla Tangenziale Nord. Importante anche la tramvia Rivalta–Bagnolo, che alleggerirà il traffico e offrirà un’alternativa rapida al mezzo privato. La mobilità non è solo auto: oltre alla rete ciclabile, va potenziato il trasporto pubblico, tema da condividere con la Regione entro fine mandato. Da metà 2026 entrerà in vigore il nuovo piano della sosta: tra gli obiettivi di breve periodo è indispensabile rafforzare i Minibus di collegamento con i parcheggi scambiatori e migliorare gli accessi al centro storico.
Sicurezza
La sicurezza è una priorità per tutte le città, soprattutto al Nord. Le preoccupazioni maggiori riguardano truffe e sicurezza fisica in alcune aree. L’azione deve poggiare su due pilastri: controllo–repressione e intervento sociale. Ho chiesto con forza al Governo un maggiore presidio delle forze dell’ordine, abbiamo ottenuto la presenza dell'esercito in stazione e abbiamo intensificato l'azione della Polizia Locale, abbiamo quasi 700 telecamere attive, più di Modena e Parma. Parallelamente stiamo proseguendo, con Ausl e associazioni, i progetti contro l'emarginazione, per la gestione dell’immigrazione e la riduzione del danno da sostanze, in particolare crack. Non è facile né immediato, ma l’impegno è stato potenziato e proseguirà. La sicurezza passa anche dalla qualità urbana: gli interventi su stazione e centro stanno dando risultati ma non dobbiamo limitarci alla microcriminalità. La mafia non è sconfitta e l’infiltrazione economica resta alta. Per questo ho rilanciato la Consulta per la Legalità, includendo figure di grande esperienza nella lotta alle mafie.
Lavoro e sviluppo
Lavoro e sviluppo di qualità sono centrali nel presente e nel futuro della città. Reggio è un’eccellenza produttiva, con alta occupazione, forte export e un reddito elevato e più equo rispetto ad altre realtà. Crescono però povertà e fragilità sociali. Il Comune investe molte risorse in sostegni, servizi e tariffe calmierate, e la copertura quasi totale di nidi e scuole d'infanzia permette a molte donne di lavorare. Tuttavia non basta: serve un ulteriore salto di qualità. Per questo chiediamo alle imprese investimenti che generino lavoro qualificato, evitando poli logistici ad alto impatto e basso valore. La sfida è potenziare il polo tecnologico delle ex Reggiane, modernizzare Mancasale, ampliare l’Università con un quarto dipartimento scientifico e facilitare l’accesso alla casa per studenti e lavoratori. Su questi temi siamo impegnati già oggi e il Bilancio 2026 andrà in questa direzione. Lavoriamo perché la Reggio del 2030 sia una città in cui la qualità della vita cresca ancora, in cui crescano le opportunità per i giovani, in cui le infrastrutture siano funzionali ad un’economia giusta, ad un clima migliore, ad un lavoro dignitoso, ad uno sviluppo che non dimentichi le persone. Desidero offrire questa visione di città a coloro che oggi possono agire sul futuro della nostra comunità. Le sfide si vincono insieme, superando incomprensioni. Non servono critiche strumentali, ma la capacità di cogliere le opportunità senza dimenticare chi siamo e da dove veniamo.
*sindaco di Reggio Emilia
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