Berardi: «Voglio ripetermi in A»
L’attaccante del Sassuolo si racconta: «Messi il mio idolo. La Juve? Ci penserò. Quel no alla Spal...»
PRATO ALLO STELVIO. Intervistare Domenico Berardi è una impresa più unica che rara. Definire il giovane attaccante del Sassuolo come schivo non è nemmeno la metà della realtà, tanto che anche al Mapei day Berardi ha risposto a monosillabi (o quasi) alle sollecitazioni del presentatore della kermesse Marco Nosotti. A Sky, però, Berardi ha dovuto dire di sì e ha dettato qualche dichiarazione nel corso del ritiro di Prato allo Stelvio. L’inizio è per la sua versione dell’ormai famoso calcetto che lo ha portato a vestire il neroverde. “Sono venuto a trovare mio fratello e avevo un provino con la Spal, mi avevano preso ma non mi è piaciuto l’ambiente e sono tornato a casa mia, in provincia di Cosenza dove invece, da quando mi sono trasferito a Sassuolo, sono contenti e mi stanno vicino. L’anno successivo sono tornato, dovevo fare un provino con il Modena ma poi non me l’hanno fatto fare. Allora ho fatto un calcetto con mio fratello e altri suoi amici, uno conosceva Luciano Carlino (l’allora allenatore dei ’95 del Sassuolo) e mi ha segnalato. Ho fatto un provino e mi hanno preso. Cosa ho fatto in quella partitella di calcetto per farmi notare? Non so, quel ragazzo che conosceva Carlino è rimasto impressionato e ne ha parlato con lui. E’ andata bene, sono stato abbastanza fortunato”. Già, una storia quasi romanzesca per il ragazzo calabrese di Bocchigliero, che martedì prossimo al Trofeo Tim, sfiderà Milan e Juventus: “Sono abbastanza emozionato - spiega Berardi – penso di giocare come ho sempre fatto e penso che me la caverò”. Già, la Juve che pare essere la squadra del futuro di Berardi, anche se Squinzi ha detto che è proprio lui uno dei pilastri su cui far crescere il Sassuolo: “Come vivo l’interesse della Juventus? Lo vivo bene, devo valutare con i miei agenti poi vedremo se firmare o no. Ma la responsabilità che mi dà il Sassuolo è grossa e sono contento, spero di fare come in B, di ripetermi e di fare ancora molto meglio, anche se in serie A sarà molto difficile”. Infine Berardi parla dei calcioni presi lo scorso anno: “Di certo sono il giocatore del Sassuolo che ne ha presi di più, ma il calcio è fatto anche di queste cose”. Una chiosa finale, che racconta come Berardi, alla fin fine, sia comunque un ragazzo giovanissimo e con una grande voglia di sfondare nel mondo del calcio. Chi è il giocatore a cui ti ispiri e che rappresenta il tuo idolo nel mondo del pallone? La risposta di Berardi è disarmante, ma è quella che darebbero la maggior parte dei giovani che giocano a calcio: “Leo Messi”. Beh, l’ispiratore in effetti è quello giusto per un campioncino in erba come è Domenico Berardi.
Paolo Seghedoni