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Sassuolo in esilio da 6 anni ma il Ricci avrebbe avuto numeri da B

Sassuolo in esilio da 6 anni ma il Ricci avrebbe avuto numeri da B

Il ritorno del Carpi al Cabassi riapre la questione stadio in casa neroverde. Intanto il Mapei Stadium ha ottenuto l'ampliamento della capienza a 24mila posti

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La realtà, fresca di un paio di mesi, parla di una nuova casa del Sassuolo chiamata Mapei Stadium – Città del Tricolore e griffata ad arte da Giorgio Squinzi per lo storico approdo dei neroverdi in serie A, dopo aver stipulato un contratto di affitto di due anni e con la possibilità di acquistare l’impianto nell’asta prevista a dicembre, per una cifra di poco superiore ai 3 milioni di euro. Le vicende degli ultimi giorni, soprattutto perché legate molto da vicino alla nostra provincia, non possono però non riaccendere un interrogativo che per anni, cinque per la precisione, ha sempre assillato la mente e il cuore dei tifosi neroverdi: possibile che il Sassuolo non possa proprio giocare nella propria città?

Premesso che la serie A al Ricci, ovviamente, sarebbe stato e sarà sempre impossibile ospitarla e che la costruzione di un nuovo stadio in città non poteva essere sostenuta economicamente dal Comune né era nelle intenzioni di chi ne avrebbe avuto la possibilità, ovvero Squinzi, vale la pena fare un passo indietro e riparlare un attimo delle scelte degli anni passati. Il tutto alla luce di quanto appena fatto dal Carpi, che ha ottenuto l’omologazione dello stadio Cabassi per ospitare le gare casalinghe dei biancorossi nel loro primo campionato di B. Questo, tra l’altro, è solo l’ultimo di tanti casi che negli ultimi anni hanno visto società con stadi dalla capienza inferiore alle 5mila unità riuscire ad ottenere una deroga dalla Lega Calcio, con l’avallo di Prefettura e Figc, per disputare nell’impianto di casa le gare del campionato cadetto; tutto quello che non si è mai potuto verificare, per 5 stagioni, allo stadio Ricci, che pure come capacità tanto non si discosta dal carpigiano Cabassi. Il club di Bonacini, infatti, giocherà in uno stadio la cui capienza non è praticamente stata rivista, se non di poco, dai 4164 posti attuali, nonostante si sia resa necessaria l’installazione di tornelli e tanti altri accorgimenti necessari (come la videosorveglianza) per l’ordine pubblico. Il Ricci, che ufficialmente di posti a sedere ne conta 4092, tanto più piccolo non era, così come non lo era rispetto al Mecchia di Portogruaro (4021), al Barbetti di Gubbio (4939) e al Biondi di Lanciano (4678), giusto per citare gli impianti delle ultime piccole città approdate in B. Cosa ha impedito dunque al Sassuolo di giocare al Ricci la B? Vie di fuga e accessi insufficienti secondo la Prefettura, sì, ma soprattutto l’aspetto legato ad un investimento che il Comune non poteva e che Mapei non voleva sostenere. Perché nel progetto di Squinzi il punto di arrivo era sempre la serie A, dove al Ricci in ogni modo non si sarebbe potuto giocare. Così anche un concreto tentativo studiato da società e Comune nell’estate del 2010, realizzato dall’architetto che risistemò il Tombolato di Cittadella e dal costo di poco inferiore al milione di euro (si prevedeva l’ampliamento fino a 5mila posti, “alzando” il settore ospiti), non prese mai corpo. Intanto il Mapei Stadium ha ottenuto il via libera per l'ampliamento della capienza a 24mila posti.

Marco Costanzini