Gazzetta di Modena

Sport

Lavori con i giovani? Serve il certificato penale

di Francesco Dondi
Lavori con i giovani? Serve il certificato penale

Il governo impone di regolarizzare entro domenica i collaboratori di enti e società non solo sportivi

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Domenica entrerà in vigore il Decreto Legislativo 39 emanato il 4 marzo che attua la direttiva europea per la lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile. Tutti le società e gli enti che organizzano, promuovono e gestiscono attività avvalendosi di dipendenti, collaboratori o volontari (e dunque tutte le associazioni no profit, incluse le Srl dlettantistiche e le Asd), che hanno contatti diretti con minori dovranno richiedere l’esibizione e la consegna di un apposito certificato penale. Dovranno quindi dimostrare che i propri collaboratori non hanno pendenze legate a pedofilia, pedopronografia e prostituzione minorile che potrebbero mettere a rischio i ragazzini.

Un problema immenso per tutti coloro che presentano anche solo il proprio tempo libero alla promozione sportiva, ma un provvedimento che investe inevitabilmente anche l’ampia schiera di progetti sociali, dai dopo-scuola ai centri estivi passando per le scuole private.

Andrea Dondi, delegato del Coni di Modena, piuttosto sorpreso dal provvedimento, sta diffondendo un messaggio informativo in cui spiega anche che il “il Coni nazionale ha in atto contatti con le istituzioni competenti ai fini dell’eventuale emanazione di specifiche indicazioni circa le concrete modalità applicative da parte dei soggetti destinatari”.

È però evidente, al di là di ogni aspetto procedurale, che chi vorrà mettersi in regola per evitare multe da 10mila a 15mila euro dovrà diligentemente mettersi in fila al casellario giudiziario di Modena. Assurdo pensare di farlo in pochi giorni, si rischia il completo collasso della struttura burocratica.

Ecco perché alcuni deputati del Pd, tra cui i modenesi Stefano Vaccari e Manuela Ghizzoni, hanno provveduto a scrivere al Governo. Chiedono, oltre ad una proroga dell’entrata in vigore del decreto, anche di valutare l’esenzione delle associazioni no profit dal pagamento dei bolli e diritti sulla certificazione semestrale.

Si è mosso anche l’intergruppo parlamentare sport, guidato da Filippo Fossati: «I tempi per la regolarizzazione di migliaia di operatori sono troppo stretti e questa operazione pesa sulle responsabilità, già molto gravose, delle associazioni sportive del territorio e dei loro dirigenti volontari. Si rischia di far passare come inopportuno un provvedimento che invece è molto giusto nel merito. La situazione è che decine di migliaia di piccole associazioni, che mobilitano centinaia di migliaia di operatori tecnici e volontari sarebbero impossibilitate materialmente ad ottemperare ad un obbligo di cui nessuno ha dato loro notizia».

@francescodondi

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