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una cornice da film

Come tre anni fa ma questa volta anche il PalaPanini non basta

Che la serata sia di quelle speciali lo si capisce arrivando al palazzo, quando il piazzale davanti all’ingresso praticamente non si vede, e il serpentone di gente in fila per entrare arriva quasi...

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Che la serata sia di quelle speciali lo si capisce arrivando al palazzo, quando il piazzale davanti all’ingresso praticamente non si vede, e il serpentone di gente in fila per entrare arriva quasi all’IperCoop. Una signora che sta sistemando il carrello dopo una spesa fuori orario chiede in un perfetto modenese “Beh ma sa suced, i peren tot mat”. Sì, matti di pallavolo. Succede a Modena e forse solo a Modena. L’ultima volta così probabilmente era stata tre anni fa, gara 4 della semifinale contro Trento, la serie del quasi scudetto, quella del maledetto infortunio di Dennis in gara 5. Come allora ci sono più di cinquemila persone e il PalaPanini trema già prima di cominciare, prova a fare sentire la sua carica a chi è di casa e il suo peso a chi è ospite. Il labiale di Kurek, che durante la presentazione delle squadre si guarda intorno è un “Mamma mia” che fa capire quanto quello di stasera sia veramente un posto speciale, dove poche volte anche a giocatori di questo livello capita di giocare in una carriera. La partita rispetta ogni attesa, c’è Antoine che infuoca la folla spostandosi da un settore all’altro, c’è la ruggine di gara 1 e la tensione che sale. Modena vive di folate, Macerata la lascia scappare nel primo e nel secondo set e poi vince. Ha mani che pesano nei momenti che contano. E quando anche l’esagitato tifoso in seconda fila dei distinti non ha più la forza di inveire all’ennesima battuta sbagliata da Modena capisci che è davvero finita. Chi c’era tre anni fa non si spiega come una Modena più forte di allora non abbia vinto nemmeno un set contro Macerata, che probabilmente non vale la Trento di Juantorena, Kaziyski e Stokr. C’era tutto, c’erano i cinquemila, c’era il PalaPanini che tremava, c’era la serata speciale. In campo della squadra di allora c’erano Bruninho e Manià, e siamo certi che in tanti hanno rimpianto Angel Dennis e i suoi mitici 33 punti. I cinquemila del PalaPanini restano come un amante che si è preparato all’appuntamento con la donna della vita che poi lo ha lasciato ad aspettare sotto casa senza scendere. Così, quasi senza un perché, lasciando un’amarezza dura da digerire.