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La Champions in panchina è targata Italia

La Champions in panchina è targata Italia

ROMA. Il bello (Guardiola), il buono (Ancelotti), il brutto (Simeone), il cattivo (Mourinho). Forse non c'è bisogno di scomodare Sergio Leone per celebrare i 4 tecnici che hanno portato Bayern, Real,...

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ROMA. Il bello (Guardiola), il buono (Ancelotti), il brutto (Simeone), il cattivo (Mourinho). Forse non c'è bisogno di scomodare Sergio Leone per celebrare i 4 tecnici che hanno portato Bayern, Real, Atletico e Chelsea in semifinale di Champions League, ma va da sè che mai come questa volta il rush finale della coppa più prestigiosa porta il timbro dei suoi quattro allenatori. Tre hanno già vinto e tanto, uno (Simeone) sta studiando come vincere, tanto diversi tra loro ma con qualcosa in comune: un po’ d'Italia. Uno per nascita e curriculum, gli altri per averci giocato o allenato. Tutti e quattro si sono già incontrati e incrociati più volte tra serie A, Liga, Premier, anche se Pep Guardiola negli ultimi due anni ha limitato i suoi faccia a faccia solo in coppa, dopo l'anno sabbatico e la scelta della Bundesliga. Mourinho e Ancelotti i più itineranti con un punto in comune: il Real Madrid. Lo Special one ci aveva scommesso su sperando di vincere portare a casa la “decima” che a Madrid sta diventando una sorta di incubo. L'anno scorso la sfiorò (semifinali), quest'anno il testimone è passato ad Ancelotti che di Champions se ne intende. L'ha vinta per due volte col Milan, ci ha provato timidamente col Chelsea e il Psg. Quest'anno ha tutte le carte in regola (infortunio di Cristiano Ronaldo permettendo) per centrare uno storico tris. Intanto mette in cassaforte la sesta semifinale, due in meno dello special one (8 tra Porto, Chelsea, Inter e Real) e zittisce i critici che non vedevano il suo Chelsea tra i “fab four” quest'anno.