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volley in lutto

Ultimo saluto a Vignoli, l’uomo dei tre scudetti della Villa d’Oro

Ultimo saluto a Vignoli, l’uomo dei tre scudetti della Villa d’Oro

Era l'ultimo "grande vecchio" del volley modenese, immediato successore di Leonelli e della gloriosa Minelli nell'albo d'oro tricolore e capace di battere e tener testa per oltre sei stagioni al prof....

19 aprile 2014
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Era l'ultimo "grande vecchio" del volley modenese, immediato successore di Leonelli e della gloriosa Minelli nell'albo d'oro tricolore e capace di battere e tener testa per oltre sei stagioni al prof. Anderlini prima che questi diventasse il dominatore e recordman della pallavolo italiana.

Si è spento giovedì, dopo una lunga malattia, Enzo Vignoli, pioniere di quella pallavolo nata per strada nel dopoguerra e capostipite di una generazione che coi colori della Villa d'Oro ha conquistato l'Italia per ben tre volte tra 1956 e 1961. Una pallavolo povera, senza ingaggi, con alcuni studenti e tanti operai e lo stesso Vignoli che lavora nella tipografia Toschi prima di allenare i suoi ragazzi che in tre anni scalarono le classifiche dalla serie C alla A per raggiungere a sorpresa il titolo italiano nel 1956. «Se ne é andata una figura dallo spessore tecnico e umano immenso - racconta Giampaolo Armaroli, attuale presidente del gruppo pallavolo della polisportiva Villa d'Oro -. I tre scudetti che ancora oggi orgogliosamente campeggiano nell'ingresso della vecchia palestra Marconi stanno lì a simboleggiare quanto i colori rossoneri abbiano avuto gloria in passato e quanto ancora oggi rivendichino quella storia fatta di valori genuini e di passione».

Una storia unica, quella di Vignoli, nato nel 1925 e da subito fiero partigiano dopo l'8 settembre 1943. Riunì i primi appassionati di volley della Crocetta col nome di Ruentes nel 1947, per poi farli confluire nella polisportiva di via del Lancillotto, nata nel 1905, cinque anni più tardi. Da allora il filo tra Vignoli e la Pallavolo Villa d'oro non si é mai spezzato. «É stato non solo l'allenatore dei tre scudetti del 1956, 1958 e 1961 - racconta ancora Armaroli - ma ancora protagonista di tante altre battaglie sportive fino al 1976. E anche da "pensionato" si godeva quante più partite possibili sia della squadra maschile che di quella femminile».

Solo poco tempo fa Vignoli era il primo a salutare i ragazzi della serie B2 prima di una trasferta scherzando con loro sull'esito della partita: «Se perdete non presentatevi più", ridevano Vignoli e con lui tante generazioni di giocatori orgogliosi di vestire una casacca rossonera che ha acquistato il blasone che tutti gli riconoscono anche e soprattutto grazie alle gesta di quel partigiano.

Le esequie si terranno oggi alle 10.30 con un breve corteo che partirà dall'ospedale di Baggiovara. Un tributo umile a uno dei grandi padri della pallavolo modenese, proprio come l'avrebbe voluto lui