Gazzetta di Modena

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Stadio tutto esaurito per una grande festa nonostante la pioggia

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Nella battaglia del tifo quelli neroverdi non sfigurano A fine gara per i bianconeri “prove” di festa scudetto

29 aprile 2014
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REGGIO. Un colpo d'occhio da serata di gala, rovinato, quasi come d'abitudine, dalla pioggia, compagna di viaggio di quasi tutte le partite casalinghe del Sassuolo. X fisso, recita uno striscione in curva Sassuolo, punteggiata in technicolor da ombrelli e impermeabili tascabili, obiettivo minimo e per certi versi il più realistico. La tifoseria bianconera, fin da riscaldamento, inneggia a Gigi Buffon, e, nei primi minuti, cerca di mettere in soggezione la Di Francesco band. Ma la curva neroverde, che ormai ha terminato il rodaggio, si fa sentire, ben spalleggiata dagli altri settori. E al nono succede se non l'incredibile, almeno l'imponderabile. Sansone si traveste da Speedy Gonzales e serve a Zaza la palla del vantaggio. Il Mapei Stadium esplode e il settore bianconero, quasi incredulo, prova a suonare la carica a una Juventus fin troppo compassata. I due mister, dal canto loro, incuranti della pioggia, seguono entrambi il match fuori dalle panchine. Dopo un altro slalom di Sansone travestito da Garrincha, Conte, reduce dalla polemica con Rudi Garcia, inizia ad aumentare il numero dei giri degli incitamenti, ma i suoi sono stranamente abulici e il solo Tevez attenta alle coronarie della panchina neroverde. E mentre, a dispetto delle previsioni ottimistiche, la pioggia cresce di intensità, il Sassuolo continua ad avere l'occhio della tigre e non molla un millimetro. Ma da un'azione viziata da un'evidente gaffe arbitrale e dalla furbizia di Pirlo, Tevez ristabilisce le distanze, rianimando i suoi supporter. Il Mapei ribolle e Magnanelli, capace di una veronica d'autore ai danni di Llorente, suona la carica, con un Zaza sempre pericolosissimo. All'inizio della ripresa, il dj prova a dare la scossa con gli U2 e il primo effetto lo ottiene con Antonio Conte, che dopo un primo tempo tranquillo, inizia ad agitarsi e a ingaggia una personale battaglia con il quarto uomo. La normalità degli eventi, nonostante un Sassuolo al suo massimo, si ristabilisce con Marchisio, che fa saltare come un tappo di champagne la panchina bianconera. Ma il Sassuolo non ci sta a fare la parte dell'invitato e ci prova con coraggio e intensità fino alla fine. Almeno fin al gol del fino a quel momento desaparecido Llorente. “I campioni dell'Italia siamo noi”, canta la curva bianconera, ma il Sassuolo, applaudito alla fine dai suoi, parafrasando un celebre è vivo e lotterà fino alla fine.

Giancarlo Cappellini