Ferrari, serve un colpo d’ingegno
Le Rosse provano ad arginare lo strapotere Mercedes ma se anche a Barcellona dovesse andar male...
I giorni del ricordo, quelli legati ai 20 anni dalla scomparsa dell’immenso Ayrton Senna in quel maledetto pomeriggio di Imola, hanno aiutato il mondo della Formula 1 a ricordare le sue origini. Uno sport competitivo, complicato e soprattutto impregnato di pericoli e gloria. In pillole tutto quello che non si è visto fino a ora nel campionato 2014. Una monotonia di risultati e di gare alla camomilla (i pochi duelli son quasi tutti fra macchine gemelle) destinate a susseguirsi sino a fine stagione. La Mercedes che domina in lungo e in largo, le rivali che se la prendono con i regolamenti. Insomma: un Circus che rischia di dimenticare la sua vera anima.
L’Europa. La filastrocca da diversi anni in questo periodo è sempre la stessa: «Vedrete, quando il Mondiale si sposterà in Europa avremo modo di recuperare» dicono gli inseguitori. La verità però stavolta è ben diversa. Difficilmente la stagione vivrà un netto momento di svolta. Questo perché la superiorità tecnica della Mercedes al momento è schiacciante, quasi imbarazzante per le altre scuderie. Bastano le parole di Lewis Hamilton pronunciate dopo il trionfo in Cina a spiegare l’andamento di questo campionato: «La mia squadra è lanciata a mille, quasi mi sembra di correre da solo». Spocchia? No, semplice constatazione di una realtà rosea per il team presieduto da Niki Lauda. Al comando della classifica però non c’è l’asso inglese, bensì il suo compagno di squadra. Nico Rosberg è davanti solo perché in Australia Hamilton ha avuto un inconveniente tecnico. Il candidato numero uno al titolo comunque resta Lewis.
Scossa Ferrari. Al di là dello strapotere Mercedes c’è una Ferrari che sta provando in ogni modo a uscire dal guscio. Il terzo posto conquistato da Fernando Alonso a Shanghai è un grande passo per il Cavallino Rampante. La F14T è migliorata nelle prestazioni, soprattutto per quanto riguarda la velocità di punta. La conformazione del tracciato asiatico ha dato una mano alla Rossa che a Barcellona presenterà qualche cambiamento a livello aerodinamico. Un nuovo muso per una vettura ancora alla ricerca di un suo equilibrio. Dall’altra parte del muretto invece è buio pesto. Kimi Raikkonen è alle prese con problemi di diverso tipo, primo fra tutti quello legato al feeling (non ancora sbocciato) con la Ferrari. Nel mezzo Marco Mattiacci, nuovo team principal chiamato a risollevare una situazione che rischia di essere compromessa dopo due mesi di competizioni.
Gli altri stanno peggio. Per una volta però c’è chi sta nettamente peggio della Ferrari. Sebastian Vettel sta attraversando una crisi d’identità clamorosa dopo stagioni al vertice. La Red Bull non va e il suo compagno di squadra Daniel Ricciardo gli è perennemente davanti. Il calo della vettura austriaca, unito a un evidente rilassamento psicologico del campione del mondo tedesco, sono il chiaro segnale di un anno storto. La volontà di cambiare le regole in corsa è stata scartata da Jean Todt, ergo Adrian Newey dovrà inventarsi qualcosa di clamoroso per rimescolare le carte in tavola.
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