UN ANNO FA L’ULTIMA GIOIA DELLA ROSSA
di STEFANO TAMBURINI Si respirava tutta un’altra aria, un anno fa di questi tempi nel paddock di Barcellona. C’era tanta fiducia ai box della Rossa, il problema allora erano solo le prestazioni nelle...
di STEFANO TAMBURINI
Si respirava tutta un’altra aria, un anno fa di questi tempi nel paddock di Barcellona. C’era tanta fiducia ai box della Rossa, il problema allora erano solo le prestazioni nelle qualifiche, perché poi in gara in qualche modo la sfida era aperta. E fu un weekend trionfale per Fernando Alonso, primo al traguardo con una supremazia a dir poco imbarazzante. Fu l’apoteosi: primo il beniamino di casa, secondo Kimi Raikkonen con la Lotus, terzo l’altro ferrarista Felipe Massa. Un podio che anticipava un passaggio di consegne fra i piloti e la cosa poteva anche rientrare fra quelle possibili. Ciò che invece non poteva essere nell’aria era il fatto che quello fosse destinato a essere l’ultimo momento così in casa Ferrari. I tifosi degli altri team, in effetti, si divertirono poco, specie quelli che erano davanti alla tv: quattro soste per ogni monoposto e, supremazia Ferrari a parte, andamento quasi incomprensibile della disfida. Era il periodo delle grandi polemiche sulla tenuta degli pneumatici Pirelli, che subito dopo portarono a un cambio drastico nelle coperture e a un ribaltamento dei valori. Nel successivo Gp di Monte Carlo le monoposto avrebbero utilizzato ancora le vecchie coperture, dal Canada in poi per la Ferrari sarebbe stato buio pesto. Insomma, quelle regole che adesso – giustamente – non si vogliono modificare, un anno fa invece erano di gomma e ognuno poteva tentare di tirarle dalla propria parte. Così Red Bull e Mercedes, in crisi di prestazioni, riuscirono a ribaltare i valori in modo artificioso. La Casa tedesca anche con un test proibito punito con un buffetto. La figuraccia globale è già nel dimenticatoio, perché adesso la discussione si è spostata sulla noiosità dei Gp con le nuove regole, fra motori che sono “power unit” e limiti ai consumi che trasformano i piloti in ragionieri del pedale. Fra l’altro con lo sviluppo teoricamente bloccato dei propulsori, chi è superiore agli altri può dormire sonni relativamente tranquilli e chi è indietro – a partire dalla Ferrari – rischia di restarci a lungo. Ecco perché – se dal Gp spagnolo non dovessero arrivare segnali in controdentenza – c’è il rischio di dover aspettare chissa quanto per riaprire il librone delle grandi gioie, quello che all’ultima pagina ha ancora le immagini scattate un anno fa a Barcellona.
@s__tamburini
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