Il cambio di strategia: dallo champagne alle punture di cianuro
Il Modena non è nato per vincere come il Palermo. È una formazione che si è scoperta vincente cammin facendo. La prima parte del girone di andata aveva lanciato segnali che poteva esserci un...
Il Modena non è nato per vincere come il Palermo. È una formazione che si è scoperta vincente cammin facendo. La prima parte del girone di andata aveva lanciato segnali che poteva esserci un potenziale da stare almeno nelle prime cinque, soprattutto quando Babacar ha iniziato a mostrare all’Italia tutto il suo incredibile repertorio supportato dalle esplosioni in contemporanea di altri due talenti come Rizzo e Molina. Ma quello era ancora il Modena che aspettava Mazzarani, Bruno, Stanco, Dalla Bona, Potenza: attesa... disattesa, tranne che per Bianchi e Thiago Cionek. Le bastonate post derby hanno portato Novellino a scegliere tra la nuova strada e la vecchia: ha iniziato ad avere risposte da Bianchi, Cionek si è scatenato al fianco di Zoboli davanti a un super Pinsoglio e, con Gozzi e Garofalo che davano garanzie, ha deciso di puntare sul 4-4-2 e su un gruppo da plasmare ma talentuoso ai massimi livelli. Come faceva il Novellino di inizio carriera. Gli innesti di Marzorati e Granoche al mercato di gennaio si sono rivelati azzeccati e frutto di una sinergia tra Caliendo e il mister che ha messo alla porta il ds Cannella entrato in rotta di collisione con Monzon. Il quale non ha mai smesso di credere nelle qualità del suo gruppo occupandosi personalmente di tattica, preparazione e crescita dello spogliatoio. Un percorso che ha eliminato quei giocatori che non avevano il passo nelle gambe e nella testa per seguire la voglia di riscossa del mister. La risposta è arrivata dai giovani, da Rizzo, Molina, Babacar, ma la presa di coscienza di Zoboli, Bianchi, Garofalo e Gozzi, gruppetto di esperti cui si è riaggiunto Signori, hanno cambiato il peso specifico del Modena aggiungendo mestiere all’entusiasmo e formando un mix micidiale quando Granoche ha iniziato a metterla dentro affiancando un Babacar sempre più lanciato nella dimensione dei top player. Il girone di ritorno è stato un’esplosione gialloblù iniziata con goleade a raffica: miglior attacco della B, 40 punti, quinto posto e playoff con tanti rimpianti di aver regalato i punti necessari per giocarsi la A diretta. Gialli che, però, hanno cambiato atteggiamento appena fatica e caldo hanno cominciato a farsi sentire: una puntura e basta, ma quando la difesa non regala, la puntura diventa un’iniezione al cianuro. La banda del gol si è trasformata in un killer spietato. E ora speriamo che il sogno non sia di quelli proibiti. Anche il popolo geminiano ci sta credendo e forse è proprio questa la vittoria più bella. (p.v.)
@PaoloVp305
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